06 Agosto 2024
Quarant’anni dalla maturità classica: “i diciotto-quarantenni”
Abbracci e sorrisi fra i “dicio-quarantenni” di Acireale
Metti una serata leggera, anzi leggerissima, per dirla con le “parole senza mistero, allegre ma non troppo” di Colapesce e Dimartino.
Una serata leggerissima che, allestita nei minimi particolare alla stregua di una festa vintage di compleanno (le feste sobrie, scherzose e ballabili di una volta, senza fuochi d’artificio o interi book fotografici a corredo come adesso), preceduta da qualche stuzzicante post pubblico e organizzata in una località volutamente tenuta segreta, ha subito destato attenzione e curiosità del popolo di Facebook, l’agorà social-mediatica nella quale si ritrovano con più frequenza solo i “boomers”.
In un’estate in cui anche il Sindaco di Catania Enrico Trantino è stato capace di far ballare al Castello Ursino qualche migliaio di persone di quella generazione, mentre al Banacher di Acicastello i disc jockey di quel periodo anni Ottanta hanno portato in pista tanti cinqua-sessantenni di oggi, nella vicina Acireale una quarantina di ex allievi del Liceo Gulli Pennisi si sono ritrovati a quarant’anni esatti dalla maturità classica.
Si sono ribattezzati subito “i dicio-quarantenni di Acireale” per segnare in modo indelebile e senza equivoci quel tempo, dei diciotto anni, in cui nell’estate del 1984 completarono gli studi superiori prima di separarsi per proseguire il loro cammino all’Università o nel mondo del lavoro e delle professioni.
Oggi quei ragazzi, ritrovatisi con tanta allegria e disarmante naturalezza, si sentono ancora diciottenni, sicuramente nello spirito – e il clima goliardico della festa ha confermato questa loro rivendicata condizione anagrafica – ma con quarant’anni di esperienza alle spalle.
Alcuni di loro vivono fuori dalla Sicilia, altri sono rimasti nella loro terra, moltissimi risiedono ancora ad Acireale.
In questi otto lustri dalla maturità classica hanno assistito a cambiamenti epocali – tra caduta del muro di Berlino, avvento di Internet, attacco alle Torri Gemelli, crisi di Lehman Brothers e pandemia da Covid 19 – che inevitabilmente si sono riverberati nelle loro vite e in quelle dei familiari. Hanno sofferto e gioito come tanti loro coetanei, ma non hanno mai perso la speranza. Dell’avvenire.
I “dicio-quarantenni” acesi del 1984 provano tuttora a mantenere quella leggerezza che, come avrebbe detto Italo Calvino, non è mai superficialità, anzi è capacità di togliere ciò che di pesante e di inutile c’è nella vita, per tornare a pochi, ma solidi ed essenziali valori.
Ad esempio, il valore dell’amicizia. Inossidabile e capace di resistere al tempo. Come la festa dei quarant’anni dalla maturità classica ha pienamente dimostrato.