28 Giugno 2025

Il calcio a Catania: dal sogno di Pulvirenti all’illusione di Pelligra

Il calcio a Catania: dal sogno di Pulvirenti all’illusione di Pelligra

Il calcio a Catania, la saga infinita delle promesse faraoniche: lo stadio di Librino, Torre del Grifo e altre favole da bar sport.

«Specialità della casa: promesse XXL»

A Catania esiste un’antica tradizione: quando la squadra di calcio affonda (spoiler: succede spesso), spuntano promesse più mastodontiche di una coreografia in curva Nord. Puntuali come le zanzare in estate, i rappresentanti della proprietà si presentano a reti unificate con annunci da Mille e una Notte, convinti che basti sventolare qualche slogan per ipnotizzare i tifosi. Del resto, qui la passione per il Catania rasenta la devozione mistica, nonostante i risultati sportivi facciano spesso concorrenza al deserto del Sahara per aridità.

«Librino, la Silicon Valley dei miraggi»

Torniamo un attimo indietro nel tempo: quando il Catania scese in Serie B l’ultima volta, l’allora patron Antonino Pulvirenti, in piena trance motivazionale, giurò rilancio immediato e un nuovo stadio in un’area che la società aveva individuato a Librino. Peccato che la famosa area fosse già segnata sul piano regolatore di Piccinato del 1964 — roba vintage, più antica della TV in bianco e nero — ma, come spesso accade, il progetto finì dritto nella sezione “miraggi urbanistici”. Don Antonino spacciò in pratica per innovativa una Fiat 500 del ’57, ma in pochi se ne accorsero.

«Calcioscommesse e altre fiction d’autore»

Il gran finale? Più tragicomico di una soap brasiliana: invece di risorgere, il Catania scivolò in Serie C causa il celeberrimo scandalo calcioscommesse, diretto, interpretato e prodotto dallo stesso Pulvirenti. Poi, nel 2021, il colpo di grazia: la società scompare come la rugiada sotto il solleone, travolta da debiti e dal mutuo di Torre del Grifo, quel centro sportivo che doveva essere la Mecca del calcio etneo e si rivelò un Titanic contabile.

«Pelligra, il re delle slide motivazionali»

Arriviamo ai giorni nostri. Oggi, la bandiera delle promesse è passata all’imprenditore australiano Ross Pelligra. Dopo due stagioni finite come un arancino senza ragù (cioè un’offesa gastronomica) o come una cassata senza zucchero (niente promozione in Serie B), anche lui prova la carta “effetto annuncio”: ricomprare Torre del Grifo! Bell’idea, peccato che finora si sia visto solo qualche dichiarazione colorata e zero, dico zero, azioni concrete. La legge fallimentare? Il Tribunale? Tutte quisquilie da burocrati, evidentemente. Di gara competitiva nemmeno l’ombra, con la società che deve far in fretta per non essere rimandata a settembre come uno studente svogliato.

«Sognare è gratis (per fortuna)»

Intanto i tifosi continuano a sognare, alimentati da un mix letale di nostalgia, speranza e illusioni, come se bastasse un comunicato stampa per riportare il Catania ai fasti di una volta.

«Torre del Grifo: la statua di cera del calcio etneo»

La verità? Torre del Grifo resta lì, immobile come un difensore colpito dalla sindrome del birillo. E il Catania? Ancora intrappolato nel limbo delle promesse da sagra di paese.

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Salvo Giuffrida

Salvo Giuffrida

Salvatore Giuffrida (OdG Sicilia N^ 171391). Classe 1970 giornalista (ex chimico). Il mio motto: “Seguire ma mai inseguire”.