17 Giugno 2025
La perdita dell’identità della parola in “Assuefatti” di Pippo Piazza

Il volume “Assuefatti”, autore Giuseppe ‘Pippo’ Piazza, Il Convivio editore, 2025, è una raccolta di poesie, il cui incisivo linguaggio si articola sul ritmo di cadenzati accenti, in cui la parola trova senso e sostanza, coerenza e fusione nella totale e ampia sintesi del quadro espressivo.
Vera frusta, questa del poeta di Barrafranca naturalizzato giarrese, creativa partecipazione vitale e critica dell’Autore allo stato della parola ai nostri giorni; tam-tam angoscioso di una coscienza tesa verso quella libertà su cui l’espressivo potere si edifica codificandola in irrigiditi e intoccabili assiomi.
Pippo Piazza che tale realtà critica, con tanta scarnificata e sofferta ricezione oppone ad essa una vigorosa e matura visione della vita, una razionale concezione, altamente confortata nella sua “utopica” visione. In “Congedo”, la folgorante energia, la scossa vivificatrice in cui è esemplificato il contributo a tale fine, di pensiero e di opere di grandi pensatori e scrittori, la speranza “che ci porta echi di altra| umanità nel credito| di parole non ancora usate”. Autore di numerosi libri e saggi, Pippo Piazza, già docente di materie letterarie negli istituti superiori di primo e secondo grado, è poeta colto, complesso, intellettuale creativamente portato a sublimare la personale esigenza concettuale speculativa.
C’è nella sua poesia una rivissuta esperienza che la memoria ricompone in immagine visiva e dinamiche sequenze espressive. Pensiero di realtà vissute, la sua poesia si avvale della portata soggettiva del sentimento ad essa impressa e di quel senso delle cose che la riflessione e lo studio rivestono di impalpabili atmosfere e visioni.
Poesia in cui si è assimilata l’esperienza culturale del ‘900, viva espressione di un sentimento vissuto in cui, punto caratterizzante la quotidianità che l’Autore è teso ad esprimere, nel susseguirsi di rapide immagini, si intravvede l’oscuro precipizio verso cui si avvia l’uomo incapace di dominare e volgere al bene le conquiste e le scoperte.
Come scrive in prefazione Davide Spampinato: “La parola poetica si arricchisce di implicazioni, quanto più il poeta è in grado di estenderne i significati. Mentre lavora sui traslati, scoprendone di nuovi e di inattesi, la sua parola, così scavata, s’innalza a voce poetica: il messaggio si fa plurivoco, si apre a una congerie di letture, condensate in nuce nei versi e nella pagina dell’opera letteraria. Come e quando il messaggio finisca col perdere la sua funzione, il suo scopo, i suoi destinatari è il polidromo ad ‘Assuefatti’, silloge ultima di Giuseppe Piazza. È commiato e insieme testimonianza, dimessa nei toni e lucidissima nell’analisi, della perdita dell’identità delle parole”.
Mario Pafumi


Mario Pafumi
mario.pafumi@tiscali.it Mario Pafumi (OdG Sicilia N° 165054) Classe 1956. Giornalista pubblicista dal 1993. Sono stato responsabile di diversi uffici stampa e direttore responsabile di alcune testate cartacee e online. Dal 1990 corrispondente del Giornale di Sicilia, e dall'apertura, di GdS online. Redattore di Freepressonline dal 2024.