02 Agosto 2025

Il sogno dell’attivista Marco Minardi “Restituire dignità agli spazi pubblici”

Il sogno dell’attivista Marco Minardi “Restituire dignità agli spazi pubblici”

“L’amore per la terra si misura nei gesti concreti”. Marco Minardi non lo dice soltanto, lo dimostra. Consulente informatico di professione, attivista per passione, è una di quelle persone che non si accontentano di osservare il degrado urbano o i parchi abbandonati. Lui agisce. Siciliano doc, cresciuto tra l’Etna, la sua Catania e il mare, ha scelto Giardini Naxos come luogo dove piantare – letteralmente – i semi del cambiamento. I primi. La sua battaglia è silenziosa ma determinata: restituire dignità agli spazi pubblici partendo dai parchi gioco, i primi luoghi in cui i bambini imparano il valore della comunità e del rispetto per l’ambiente.

“La mia sensibilità ambientale – ci spiega – nasce dal profondo amore che provo per la mia terra, la Sicilia. Fin da piccolo ho visto bellezze naturali mozzafiato accostate a scene di degrado e abbandono, e questo contrasto mi ha colpito nel profondo. Col tempo, si è trasformato in un bisogno quasi viscerale di fare qualcosa, di restituire valore a ciò che abbiamo. Oggi mi definirei un attivista, un ambientalista ma, soprattutto, un cittadino innamorato della propria terra, che ha deciso di non voltarsi più dall’altra parte”.

Marco è instancabile, non si ferma un attimo, sotto il sole della Sicilia che batte forte. Il suo entusiasmo è travolgente. Lo cogli nella vita reale e sui social. “Perché i bambini sono il cuore pulsante del nostro futuro. I parchi gioco rappresentano il primo contatto dei piccoli con lo spazio pubblico, la socialità e la natura. Riqualificare questi luoghi significa piantare semi di bellezza, rispetto e civiltà proprio dove crescono le generazioni che verranno. È anche un modo per restituire ai genitori la fiducia in una comunità che si prende cura dei propri spazi”.

La sua azione colpisce per la sua attenzione e quella voglia di “ridare dignità a luoghi dove i bambini dovrebbero potersi sentire al sicuro, felici, stimolati”. L’idea è di partire da piccole azioni, coinvolgere la cittadinanza, raccogliere fondi e creare una rete di persone che credono nel cambiamento. Non voglio solo “ripulire” i parchi, ma farli diventare centri di educazione civica e bellezza”.

Oggi vive a Giardini, ma è un catanese purosangue.  “Questo progetto può e deve uscire dai confini di Giardini Naxos. Nasce qui, ma può vivere ovunque ci siano bambini, famiglie, cittadini disposti a collaborare. Ovviamente il tutto può crescere solo grazie all’aiuto di chi crede in ciò che stiamo facendo: sponsor, associazioni, donatori. Non è solo un progetto, è un movimento”.

L’essere papà e diventare nuovamente papà ha inciso. “La nascita di Bianca ha acceso qualcosa dentro di me: la responsabilità concreta di consegnarle un mondo migliore. E ora che sto per diventare papà di nuovo, questa sensazione si rafforza. È per loro che faccio tutto questo. Vorrei che un giorno potessero dire: “Papà ci ha creduto, e ha fatto la sua parte”.

Grazie ai social il suo “sogno” è decollato. Si coglie il prima e il dopo. Non solo parole, ma tanti fatti con il supporto anche di Legambiente. La sensibilità di Marco tocca il cuore. Non basta un grazie. “Qualche giorno fa, delle bambine del parco di Ortogrande, ci hanno regalato un disegno fatto da loro per ringraziarci. Avevano scritto “Grazie per aver reso questo parco una meraviglia” con i colori e i sorrisi. Quello per me vale più di mille riconoscimenti: è la prova che stiamo lasciando un segno reale”.

L’obiettivo è adesso provare ad arrivare a Catania, dove la situazione dei parchi non è di certo al top. “Vorrei pulire, piantumare alberi e piante, mettere a norma le strutture, creare più decoro ma soprattutto costruire un’educazione collettiva al rispetto del bene comune. Ogni donazione è un mattoncino in questo sogno condiviso”. Un uomo capace di portare avanti i sogni insieme. Un passo dopo l’altro, come sua passeggiata sull’Etna. “Ogni sentiero è una storia da raccontare. Ma servono più cura, più accessibilità e soprattutto più rispetto”.

 

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Nunzio Currenti

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