25 Novembre 2024
Sequestrata la società “Arcaplast S.r.l.” per bancarotta fraudolenta
Il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza dell’intero compendio aziendale della società «Arcaplast S.r.l.», con sede legale in Aci Sant’Antonio (CT)
Le indagini avrebbero consentito di far emergere, ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, un sistema di frode a danno dei creditori, in particolare dell’Erario.
Le investigazioni hanno preso avvio a seguito di specifica delega da parte della Procura della Repubblica di Catania, con l’obiettivo di esaminare in dettaglio le dinamiche relative al dissesto finanziario della società fallita.
All’esito, sarebbe emerso un disegno fraudolento che avrebbe visto il coinvolgimento di BELLA Orazio Mattia, già emerso nell’operazione “FENICE” condotta congiuntamente dal Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Catania e dal Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri di Ragusa, e con precedenti per concorso esterno in associazione mafiosa.
La sua posizione di vertice nella società fallita e nel trasferimento delle risorse alla nuova entità giuridica avrebbe costituito un ulteriore elemento di pericolosità sociale, evidenziando la volontà di perpetuare un sistema fraudolento in un contesto già segnato da attività di criminalità organizzata.
Il meccanismo di frode si sarebbe basato su uno schema operativo finalizzato a sottrarre beni e risorse dalla società fallita per trasferirli a una nuova entità giuridica, a prezzo irrisorio rispetto al loro valore, con l’obiettivo di eludere le responsabilità patrimoniali e fiscali.
L’illecita alienazione avrebbe riguardato il patrimonio aziendale della società fallita, comprendente know-how, dipendenti, fornitori e clienti, trasferito integralmente alla nuova impresa.
In tal modo, la “New Company” avrebbe potuto proseguire l’attività imprenditoriale con i beni della fallita senza tuttavia farsi carico dei rilevanti debiti e passività accumulati. Tale cessione sarebbe stata quantificata in quasi 3 milioni di euro, con un danno patrimoniale complessivo di circa 1,5 milioni di euro a carico dei creditori, in particolare dell’Erario.