09 Novembre 2024

La vita e il sacrificio di Serafino Famà

La vita e il sacrificio di Serafino Famà

Una vita spesa per gli altri e per valori fondamentali, fino alla morte, così come è purtroppo accaduto a sacerdoti, magistrati, tutori dell’Ordine, che hanno pagato in prima persona l’adempimento del loro dovere.  

In una terra per molti aspetti controversa, ma pure capace di riscatto. Serafino Famà, scrissero i giudici che condannarono gli autori del suo omicidio, fu assassinato a Catania il 9-11-1995 sol perchè, da uomo e da avvocato libero, aveva coraggiosamente rispettato il mandato difensivo.

Sicchè oggi può dirsi che tali criminali non hanno cercato di sopprimere solo un uomo o un professionista; ma hanno tentato di spegnere, fallendo, la libertà di un principio irrinunziabile: quello della difesa; la cui inviolabilità è sancita in primo luogo dall’art.24 della Costituzione.

Viviamo un momento storico-sociale problematico perchè stiamo assistendo ad uno scollamento tra talune iniziative legislative, non scevre da gravi omissioni, e la prospettiva di un processo penale moderno, paritario, garantito, libero da condizionamenti.

Serafino Famà disponeva di due armi formidabili: il suo codice sofferto e la sua parola

Legge e libertà sono state dunque le due grandi occasioni con cui egli  promuoveva, allora  come  adesso, un grande dibattito sul modello di processo penale che vorremmo costruire.

Un dibattito che non deve restare relegato nell’ambito della mera costruzione di una nuova teoria generale del processo e sul processo, ma che deve cogliere piuttosto le istanze sociali e individuali pure apprezzate in sede europea; istanze convergenti circa la realizzazione di un moderno concetto di legalità, ampio, condiviso, credibile.  Per tutto ciò e per quanto ha significato il destino di Serafino Famà, pensiamo di poter dire che egli vive tuttora e la sua voce non conosce silenzio.

di Francesco Antille, Presidente della Camera penale “Serafino Famà” di Catania

redazione

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