A Catania troppi tombini tombati

Con la manutenzione ordinaria ne vengono ripuliti
meno in un quarto l’anno, ecco perché “l’acqua alta”

Tombini otturati, caditoie coperte da colate di asfalto e chiusini trasformati in pattumiere a cielo aperto. Di strade in queste condizioni a Catania se ne trovano a decine. Il motivo è sempre lo stesso: troppe vie da ripulire e troppo pochi gli uomini a disposizione di Palazzo degli Elefanti. “Stiamo seguendo un programma ben preciso – sottolinea l’assessore alle Manutenzioni Giovanni Petralia – con un organico di due squadre per ora ci stiamo concentrando sulle arterie principali e maggiormente trafficate della città. Ultimata questa fase – prosegue Petralia – ci sposteremo all’interno dei quartieri”.

Da San Giovanni Galermo a Picanello, passando per Cibali, Vulcania e Villaggio Goretti gli abitanti puntano il dito contro la mancanza di pulizia delle caditoie.

“In molti casi i tombini sono letteralmente ostruiti dai rifiuti o dalla stessa cenere vulcanica caduta mesi fa” sottolinea l’abitante di largo Abbeveratoio Michele Cosentino.

Mai più un’altra via Etna ridotta ad un canale veneziano visto che il clima è cambiato e le bombe d’acqua non sono più una novità.

“Allora che fare? Aspettare il disastro, con l’asfalto danneggiato e le attività commerciali chiuse, oppure farsi trovare pronti?”.

Lo sottolinea Andrea Cardello, componente della Commissione comunale alle Manutenzioni.
“Il maltempo e le piogge non bastano a spiegare gli allagamenti che la città ha subito negli ultimi tempi.

Le condutture sotterranee non riescono a garantire il normale deflusso delle acque piovane con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti”.

“Ogni anno con l’impiego del canal jet si riescono a pulire 6.000-7.000 caditoie a fronte delle quasi 30.000 presenti – conclude il presidente della Commissione comunale alle Manutenzioni Angelo Scuderi -. Occorre intervenire nei sottoservizi dando impulso al progetto legato al collettore fluviale B”.

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