02 Novembre 2024
Il sogno o l’incubo di una casa popolare
Il giorno della consegna delle case: un momento che 6.000 famiglie iscritte nelle graduatorie di Catania aspettato da decenni.
Tempi biblici passati a chiedere ospitalità a parenti ed amici; alcuni sono costretti a vivere in una pensioncina, altri a dormire persino in macchina.
Un girovagare quasi eterno che, sperano, possa finire da un momento all’altro con la consegna delle chiavi che gli dia il diritto di possedere un tetto tutto loro.
Un mondo – quello fin qui descritto – profondamente complesso fatto di attese, file agli uffici e telefonate. Davanti agli sportelli gente in attesa anche da un’infinità di ore, con in mano il documento di riconoscimento e la speranza di essere chiamati il prima possibile.
Poi finalmente la possibilità che questa speranza si concretizzi e si comincia a sperare perché, per tutti loro, una nuova vita inizierà quando gli saranno date le chiavi e l’atto di consegna.
“A Catania ci sono tre graduatorie – spiega Giusi Milazzo, segretaria del Sunia Sicilia (sindacato degli inquilini) – alla prima sono iscritte le famiglie che partecipano al bando per le case Iacp (istituto autonomo case popolari) e che sostanzialmente è ferma da tanto tempo: si “sblocca” solo se qualche casa è libera o fortunosamente viene recuperata dall’istituto visto che molte vengono occupate”.
Per le case Iacp (Istituto autonomo case popolari) e che sostanzialmente è ferma da tanto tempo: si “sblocca” solo se qualche casa è libera o fortunosamente viene recuperata dall’Istituto visto che molte vengono occupate”.
L’ultima graduatoria è stata pubblicata 2 anni fa con le domande presentate nel 2015.
“La questione sarebbe di competenza dello Iacp ma – prosegue Milazzo – l’onere delle graduatorie e delle relative domande è teoricamente dei Comuni. I bandi dovrebbero essere fatti ogni due anni ma ciò è praticamente impossibile perché non ci sono alloggi da assegnare e poi i tempi per rifare o rinnovare le graduatorie sono biblici con tutto quello che ne consegue”.
In pratica ci sono famiglie in attesa dal 2000 e che non possono nemmeno aggrapparsi alla flebile speranza visto che la graduatoria non scorre.
“Oltre a questa – gli fa eco Agata Palazzolo, segretaria Sunia Catania – ci sono altre due graduatorie totalmente gestite da Palazzo degli Elefanti per gli immobili di proprietà del Comune e costruiti con fondi per l’emergenza o per gli sfrattati.
“Qui, teoricamente, si dovrebbe rispondere ad un bisogno quasi immediato di avere un alloggio ma ovviamente non è così perché, nonostante abbiano uno scorrimento più veloce, il Comune realizza pochi alloggi che non riescono a soddisfare la domanda”.
Come per lo Iacp anche queste due graduatorie sono sostanzialmente ferme con il risultato che un nucleo familiare sfrattato quest’anno forse entrerà in graduatoria tra due anni e, sempre forse, riceverà una casa nel 2034.
“È un sistema che non funziona sottolinea la segretaria del Sunia Sicilia- gli ultimi appartamenti consegnati dal comune di Catania sono stati prima i 114 alloggi dell’ex Palazzo di Cemento a gennaio del 2022 e poi i 24 alloggi del viale Moncada alla fine del 2023: troppo pochi a fronte di 6.000 richieste. Seimila famiglie che in realtà, visto che le graduatorie non sono state ancora aggiornate (soprattutto nel caso dell’emergenza e degli sfrattati che non sono messi a bando), sono molte di più”.
“È un sistema che non funziona – sottolinea la segretaria del Sunia Sicilia – gli ultimi appartamenti consegnati dal Comune di Catania sono stati prima i 114 alloggi dell’ex Palazzo di Cemento a gennaio del 2022 e poi i 24 alloggi del viale Moncada alla fine del 2023: troppo pochi a fronte di 6.000 richieste.
“Seimila famiglie che in realtà, visto che le graduatorie non sono state ancora aggiornate (soprattutto nel caso dell’emergenza e degli sfrattati che non sono messi a bando), sono molte di più”.