La 3^C dell’Amari di Giarre si ritrova 30 anni dopo il diploma

Trenta anni dopo il diploma si ritrova la classe 3^C dell’Amari di Giarre

La memoria, come una magica rete, cattura e conserva emozioni e sentimenti che poi restituisce al momento opportuno. Non è un esercizio gratuito coltivare la memoria . Si può farlo da soli, ma quando lo si fa in compagnia riaffiorano dettagli talora sfuggiti. Così nella “Réunion” della 3C – anno 1994 del Michele Amari di Giarre, fortemente voluta da Marco Zappalà, con l’ausilio delle ex compagne Marilisa Di Francesco e Rosa Maria Sciacca per il trentennale dal Diploma è venuta fuori una una serata davvero speciale.

In una serata all’insegna dell’allegria, dell’amicizia e dei ricordi nostalgici, una nutrita rappresentanza dei maturandi del 1994 ha voluto festeggiare quel traguardo allora tanto agognato che ha aperto loro le porte alla vita da adulti.
Mancavano per la verità alcuni alunni che si trovano già da anni stabilmente fuori, ma la tecnologia ha fatto si che anche in video call per qualche breve istante gli ex compagni si siano potuti idealmente abbracciare.

“L’importante è continuare a riconoscerci”, con questo motto si sono riuniti a 30 anni dal diploma gli alunni della III C del Liceo Classico Michele Amari di Giarre.
“Nonostante il passare degli anni, ognuno di noi continua a riconoscersi in quel bagaglio umano e culturale che la formazione del liceo classico consegna ad ogni suo studente. Quel bagaglio ci ha resi passeggeri consapevoli di un viaggio che ha portato ognuno di noi a tagliare traguardi diversi, ma sempre con la viva e ineffabile nostalgia propria del ‘nostos’, un ritorno ad un passato che è casa, perché sui banchi dell’Amari abbiamo creato legami imprescindibili. Tutto questo costituisce un grande privilegio e un grande dono”.

Presente, anche nell’Assenza, Alice Coco, alunna anche lei di questa classe, volata in cielo per un male che non le ha lasciato scampo appena pochi giorni prima di sostenere gli esami orali.
“Alice da 30 anni è sempre nei miei e nei nostri pensieri – spiega Marco – e il fatto che abbia voluto sostenere con noi le prove scritte, pur già fortemente debilitata dalla malattia, ha dato a tutti, alunni e docenti, una grande prova di coraggio e di caparbietà che dovrebbe essere presa ad esempio dalle generazioni future. Ci piace pensare che questa sera ci sia stata una sedia anche per lei.”

Mario Pafumi