28 Aprile 2024
Rimediare al fallimento della riforma delle Province
A dieci anni dall’approvazione della Legge Delrio sulla disciplina delle Province e Città Metropolitane, un ripensamento non è più procrastinabile; un’inedita forzatura istituzionale e giuridica resa ancora più evidente e deleteria dal fallimento della modifica della Costituzione, bocciata dal referendum del 2016.
Concentrarsi su un livello di governo ritenuto più “debole” rappresentato dalle Province, aiutava a tacitare le spinte di opinionisti e vari gruppi rappresentativi, confondendo però i tagli alla politica con i tagli alla democrazia; i tagli alle poltrone con i tagli insostenibili ai servizi ed agli investimenti sul territorio.
Ne è derivato un confuso processo di individuazione delle funzioni di Province e Città Metropolitane da parte delle Regioni, con esiti fortemente negativi.
Peggior sorte, se possibile, si è registrata in Sicilia che, in forza dell’autonomia statutaria ha prima anticipato la legge Delrio e poi dettato una sua disciplina tuttora monca con commissariamenti ripetuti senza la capacità di eleggere gli organi.
A nulla sono valsi gli appelli alla responsabilità nelle scelte per smentire la narrazione sui risparmi prima millantati e, poi, drammaticamente normati dalla Legge Finanziaria del 2015, tradotti in tagli per Province e Città Metropolitane di un miliardo nel 2015, 2 miliardi nel 2016 e 3 miliardi dal 2017, cifre impossibili e irragionevoli, in quanto incomprimibili, finalizzate a spese di investimento e non correnti, e destinate prioritariamente alla viabilità provinciale e all’edilizia scolastica superiore.
Il Consiglio d’Europa, nel rapporto del 26 marzo scorso, sollecita l’Italia a procedere con una riforma che “reintroduca l’elezione diretta” e rimedi alla “mancanza di risorse adeguate e proporzionate per le Province e alla persistente carenza di personale negli enti locali”.
Si riprenda dunque al più presto l’iter avviato al Senato per il superamento della Legge 56/2014, si parta finalmente dalle funzioni, evitando sovrapposizioni, si ripristini la rappresentanza democratica dei territori e si dia finalmente piena attuazione ai principi dell’art. 5 e del titolo V della Costituzione.
di Carlo Rapicavoli
Direttore generale della Provincia di Treviso, di ANCI e UPI Veneto