16 Aprile 2024
Paternò, Pietro Cirino chiese voti per il genero ai Laudani
L’assessore del Comune di Paternò Pietro Cirino andò a chiedere voti per suo genero al boss dei Laudani Vincenzo Murabito.
Pietro Cirino, assessore della giunta Naso, sindaco di Paternò, in vista delle elezioni comunali del 2022 andò a chiedere voti per suo genero Antonio Tomaselli a Vincenzo Morabito, boss del clan Laudani a Paternò. Nelle carte dell’operazione Athena emerge una discussione. All’incontro era presente anche il “factotum” di Morabito, Vincenzo Cunsolo. Cirino era preoccupato che il genero non riuscisse ad essere eletto consigliere comunale sia perché “non aveva la sua stessa notorietà”, che per la candidatura di Enzo Miceli, consuocero del boss Salvatore Assinnata. A rispondere a Cirino è proprio il factotum del boss. Cunsolo tranquillizza l’assessore: “ti ha detto che te la da una mano”, riferendosi a Murabito. Il risultato elettorale vide Antonio Tomaselli spuntarla ed essere eletto consigliere comunale
Cirino, sapeva perfettamente della caratura criminale di Morabito, visto che quest’ultimo, come emerge nell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione Athena, si era rivolto a lui per occuparsi di una confisca definitiva di un suo immobile residenziale. La richiesta era quella di cercare di interessare qualche esponente dell’Associazione Antiracket di Paternò per evitare l’esproprio. In quell’occasione fu Cirino a rassicurare il boss dei Laudani, impegnandosi di trovare una soluzione.
Cirino fece anche da portavoce per i Laudani con il sindaco Nino Naso. In un incontro tra Nino Naso, e i futuri assessori Cirino Turi Comis, quest’ultimi in una conversazione intercettata dai Carabinieri, riferiscono al sindaco dell’appoggio dell’esponente dei Laudani, Natale Benvegna, indicato come “il ragioniere”, di cui si valutava la candidatura della figlia Elisabeth, a cui il padre aveva intestato fittiziamente dei beni Be.Li. Trasporti s.r.l.s., per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione che lo riguardavano, vista la sua appartenenza all’associazione mafiosa. In questa occasione si discusse anche degli incarichi conferiti, che da li a poco Cirino e Comis avrebbero ricoperto.