08 Aprile 2024

Verso Bruxelles tra autocandidature e delusioni

Verso Bruxelles tra autocandidature e delusioni

Cambi di casacca, alleanze di scopo: è cominciata la bagarre per il Parlamento europeo.

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Verso le elezioni europee, avanti adagio, con qualche accelerazione, forse non sempre gradita. Come quella del sindaco di Gravina, Massimiliano Giammusso che ha già fatto circolare via social un “santino” con il quale risponde alla chiamata dell’Europa. Rumors di partito riferiscono che ai fratelli italiani romani la sortita del Pogliese boys non sia piaciuta più di tanto. Tutt’altro. La fuga in avanti, per altro, non sarebbe neanche tanto originale come strategia: ricorda quella di Sergio Parisi che innestò la prima ben prima del canonico strat nella corsa verso Palazzo degli elefanti. Il passo indietro, poi, gli valse la conferma nella attuale Giunta Trantino, ma probabilmente (anche se in politica mai nulla è scontato) avrebbe avuto lo stesso il suo posto nella squadra del governo cittadino. Di fatto, le due candidature catanesi per Fdi restano apertissime, perché a Manlio Messinapotrebbe essere richiesto un ulteriore sforzo, dopo che Nello Musumeci si è disimpegnato, preferendo lo status di ministro a tempo pieno, senza sottrarre così ore preziose e faticose da dedicare alla campagna elettorale.

Già pronto ai blocchi di partenza è Raffaele Stancanelli, ormai ex Fdi, partito al quale aveva aderito fin da subito, che tenterà la riconferma a Bruxelles sotto il simbolo della Lega. Stancanelli, già sindaco di Catania, e con altri incarichi istituzionali di vario livello, ha dato il suo addio ai meloniani senza sbattere la porta, anzi con largo anticipo, forse sperando anche in segnali di disgelo che, invece, da Roma non sono mai arrivati. Ironia della politica: Stancanelli ha ufficializzato la sua candidatura con la Lega dopo la rottura tra Raffaele Lombardo e Matteo Salvini, quest’ultimo incapace di sottrarsi ai ricatti locali, secondo la versione del leader autonomista, che ha assicurato sostegno zero ai partiti sovranisti. Proprio niente? Neanche a Stancanelli con il quale c’è un rapporto di rispetto e vicinanza politica ultra quarantennale? Difficile crederlo.  Intanto Lombardo guarda a Forza Italia, per uno strapuntino, partito già disponibile sul nascere dell’autonomismo, dopo la rottura con Pierferdinando Casini, venti anni fa, a imbarcare i lombardiani. Contatti già avviati a Palermo e da verificare a Roma, con i buoni uffici del governatore Renato Schifani al quale l’ex presidente della Regione ha chiesto (auspicato o sollecitato) un rimpasto in Giunta, forse non a caso, proprio in questa fase. Tra i forzisti, intanto, manifesti già affissi per Marco Falcone, assessore regionale al Bilancio, deciso a verificare ulteriormente la forza del suo elettorato, in una sorta di braccio di ferro proprio con Schifani. Ma ancora sono lunghe le notti prima delle candidature col bollo.

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Daniele Lo Porto

Daniele Lo Porto

Daniele Lo Porto (OdG Sicilia N^ 50259) Classe 1959. Giornalista professionista dal 1992. Sono stato capo dell'Ufficio stampa della Provincia regionale di Catania e redattore di Telecolor. Dal 1984 corrispondente del Giornale di Sicilia, dal 2020 di Tgs e di Freepressonline. Nel 2008 nominato Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.