29 Marzo 2024
Merchandising sconosciuto alle Ciminiere di Catania
Ricavi che si aggiungerebbero allo sbigliettamento, ma non c’è una cultura di marketing museale.
Inaugurato dall’ex Provincia regionale nel 2002 alle Ciminiere, il Museo dello Sbarco in Sicilia, dedicato all’avvenimento storico che nel 1943 avviò l’isola e l’Italia tutta verso la liberazione dall’occupazione tedesca, è aperto dal martedì alla domenica dalle 9 alle 17. Il biglietto è di 4 euro, il ridotto è a metà prezzo. Il Museo ripercorre le tappe degli scontri di guerra che si svolsero in Sicilia occidentale a Gela, Augusta, Agira, Floridia, Troina, Ponte di Primo Sole, Catania e Messina.
Nessuna attività di merchandising però è collegata a questa struttura museale, si lamentano tutti gli operatori turistici. Non esiste infatti, come altrove, un bookshop per la vendita di libri e gadget. A parte il servizio aggiuntivo che sarebbe offerto ai visitatori e al valore simbolico di un ricordo da portarsi via legato al luogo, il merchandising rappresenta una fonte di ricavi aggiuntiva al ticket. Insieme ad audio-guide, caffetteria, prenotazione e prevendita, visite guidate e ristorante self-service, può rappresentare una voce importante di sostentamento dei musei.
Naturalmente, non è attività che si può improvvisare perché richiede un minimo di cultura di marketing per praticarla. Rinunciarvi del tutto, però, è un delitto, specie quando c’è bisogno di inventarsi nuove fonti per l’autofinanziamento, dato che i contributi pubblici non sono più sufficienti.
Per fortuna in altri Musei di Catania, il merchandising è attivo. Come, ad esempio, al Monastero dei Benedettini(visita guidata: 10 €) e al Museo Civico Castello Ursino (ingresso: 6 €) dove sono presenti tali servizi aggiuntivi.