28 Marzo 2024
Il Mercante di Venezia in scena a Sala Verga
Il celebre testo di Shakespeare, sempre attuale, è firmato da Paolo Valerio. Con Franco Branciaroli nel ruolo del crudele Shylock.
Va in scena a Sala Verga, mercoledì 4 aprile alle ore 20,45 (con repliche fino al 7 aprile) nell’ambito della Stagione del Teatro Stabile di Catania, Il Mercante di Venezia – rappresentato per la prima volta a Londra nel 1598 – uno dei testi più celebri e rappresentati e sempre moderno di William Shakespeare, che con i suoi potenti temi universali pone al pubblico contemporaneo questioni di assoluta necessità: scontri etici, rapporti sociali e interreligiosi mai pacificati, l’amore, l’odio, il valore dell’amicizia e della lealtà, l’avidità e il ruolo del denaro.
Un testo importante che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia assieme al Centro Teatrale Bresciano e al Teatro de Gli Incamminati producono in un nuovo, raffinato allestimento firmato da Paolo Valerio. Lo interpreta una notevole compagnia d’attori capeggiata da Franco Branciaroli, che ricopre magistralmente il ruolo di Shylock, figura sfaccettata, misteriosa, crudele nella sua sete di vendetta, ma che spiazza gli spettatori suscitando anche la loro compassione.
A lui, ebreo, usuraio, si rivolge Antonio, interpretato da Piergiorgio Fasolo, ricco mercante veneziano, che pur avendo impegnato i suoi beni in traffici rischiosi non esita a farsi garante per l’amico Bassanio che ha bisogno di tremila ducati per armare una nave e raggiungere Belmonte, dove spera di cambiare il proprio destino. Shylock che ha livore verso i gentili e sete di vendetta per il disprezzo che gli mostrano, impone una spietata obbligazione. Se la somma non sarà restituita, egli pretenderà una libbra della carne di Antonio, tagliata vicino al cuore.
Parallelamente allo scellerato patto che Antonio sottoscrive, evolvono altre linee del plot creando un’architettura drammaturgica di simmetrie e specularità dense di senso.
“For Sport, per sport. Shylock dice così, nel momento cruciale del primo atto del ‘Mercante di Venezia’, rivolgendosi ad Antonio – dice il regista Paolo Valerio – “(…) firmatemi il vostro contratto, con la clausola (è solo per sport) che se non mi rimborsate nel tale giorno e nel tale luogo la tale somma, la penale sarà stabilita in una libbra precisa della vostra bianca carne (…)”.
Quindi è un gioco, uno scherzo, una bagatella… Tutta questa storia di una libbra di carne è solo il divertimento di un ricco ebreo che vuole farsi beffa di un mercante tanto arrogante quanto malinconico.
Dietro a questo ‘sport’, a questa ignobile beffa, c’è una storia di vendetta, di denaro, di tradimenti, di emarginazione. E carne e sangue: Shylock ne è ossessionato.
Di contro, ogni battuta di Antonio adduce ad una vocazione al martirio. Nell’iconografia dello spettacolo abbiamo accolto quest’ispirazione ed Antonio durante il processo appare in effetti crocifisso, a petto nudo e braccia aperte, in attesa della lama di Shylock. Appena l’intervento del giovane avvocato salva la vita di Antonio e condanna Shylock, il mercante però rovescia la violenza dell’ebreo in una violenza altrettanto brutale chiedendo per lui la forzata conversione al cristianesimo. Da una parte, allora, c’è il cruento cannibalismo di Shylock, e dall’altra, apparentemente, un martire cristiano: però questo cristiano, appena scende dalla sua croce, come prima azione obbliga l’ebreo alla conversione, imponendogli di fatto il corpo di Cristo. Ma nell’immaginario degli spettatori è la ‘libbra di carne’ a rimanere impressa”.
IL MERCANTE DI VENEZIA
di William Shakespeare
traduzione Masolino D’Amico
con Franco Branciaroli
Piergiorgio Fasolo
e (in o.a.) Emanuele Fortunati, Riccardo Maranzana, Stefano Scandaletti, Lorenzo Guadalupi, Giulio Cancelli, Valentina Violo, Mauro Malinverno, Mersila Sokoli
regia e adattamento di Paolo Valerio
scene di Marta Crisolini Malatesta
costumi di Stefano Nicolao
luci di Gigi Saccomandi
musiche Antonio Di Pofi
movimenti di scena Monica Codena
Si ringrazia per la collaborazione Laura Pelaschiar dell’Università degli Studi di Trieste
Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Centro Teatrale Bresciano, Teatro de Gli Incamminati