24 Marzo 2024
Fuori la politica dal Teatro Stabile
Tante le adesioni dall’Isola e dall’Italia all’avviso per la Direzione del Teatro Stabile chiuso giovedì 14. “Pesa” però l’ingerenza di Fratelli d’Italia che già punterebbe su Francesco Bellomo, oggi al “Pirandello” di Agrigento
“Radio Teatro Stabile” è implacabile. E se le voci che circolano già da tempo dovessero essere confermate le maestranze si dicono già pronte a “dichiarare guerra”. Voci che vedono già una contrapposizione tra la politica nazionale – facendo nomi e cognomi, il deputato alla Camera ed ex assessore regionale Manlio Messina e il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano – e la politica locale insieme al Cda, ovvero il sindaco Enrico Trantino e la presidente Rita Gari Cinquegrana. Messina e Sangiuliano infatti sponsorizzerebbero già il nome di Francesco Bellomo, direttore artistico al teatro “Luigi Pirandello” di Agrigento, nome legato a “doppio filo” a Carlo Auteri, impresario teatrale e gestore del Teatro ABC. Teatro noto “antagonista” del Teatro Stabile. A che pro, ci si chiede, forse per affossare ancora di più una realtà teatrale che già sta faticando per uscire dal pantano in cui è scivolata dopo anni di gestioni scellerate, di cui ancora si stanno pagando le conseguenze?
Parliamo della successione a Luca De Fusco (già transitato al Teatro di Roma) alla direzione del Teatro Stabile di via Fava, il cui avviso pubblico è stato chiuso giovedì 14 marzo e a cui sarebbero arrivate tantissime richieste da tutta l’isola e dal continente. Parliamo di attori e registi, anche nomi di grande richiamo, che sperano in un giudizio imparziale dei curricula che sia davvero vocato allo scopo principale: rilanciare (finalmente) il Teatro Stabile, con produzioni di livello e possibilità di partnership in Italia, Europa e perché no, nel mondo. “Politicamente corretto” il messaggio di Rita Gari Cinquegrana, che a Freepressonline parla, come giusto, di una “commissione che si insedierà per valutare i profili dei candidati”.
Parlando di retroscena, però, non sfuggono le voci che parlano di incontri informali già tenuti tra il ministro, il sindaco e la presidente del Cda nel corso dei quali sarebbero emerse le posizioni contrapposte. Il “pericolo” di posizionare alla direzione del Teatro Stabile un nome solo perché “gradito alla politica” non sarebbe dunque ancora superato, ma potrebbe esserlo nel momento in cui spuntassero altrettanti nomi prestigiosi, non solo simbolici, ma con un vero progetto per il rilancio dello Stabile.
I “desiderata” potrebbero suggerire che alla guida andasse un/una catanese, o comunque siciliano. O comunque qualcuno svincolato dalla politica e che puntasse davvero a “dare allo Stabile ciò che lo Stabile merita”. Non fosse altro in virtù della propria storia, che racconta di anni in cui il numero di abbonamenti era pari a quelli del “Calcio Catania” al “Massimino”. Mentre quelli registrati oggi non sono minimamente confrontabili.