14 Febbraio 2024
Di madre in figlia, la storia di una guaritrice scritta da Marinella Fiume
Il debutto è andato bene, anzi di più, e ci piace immaginare che “Di madre in figlia” nelle prossime rappresentazioni potrà spaziare su un palcoscenico più ampio e con un pubblico numeroso.
Lo merita il testo prezioso di Marinella Fiume, scrittrice-ricercatrice, che sul territorio, tra passato più o meno remoto, cerca ispirazione per le sue pagine. Lo merita la straordinaria protagonista Guia Jelo, che spazia dal drammatico all’ironico al comico, con rara maestria.Lo meritano la regista Gisella Calì e le bravissime ballerine-attrici che danno ritmo e vivacità allo spettacolo, tra preghiere, filastrocche in un siciliano ormai arcaico, uno scambio continuo tra sacro e profano.
Il direttore artistico Orazio Torrisi siamo sicuri sta già organizzando una prossima e più continuativa messa in scena. Lo spettacolo – prodotto dall’Associazione Città Teatro è stato proposto nei giorni scorsi al Piccolo Teatro Della Città di Catania. Al fianco della grande artista protagonista, Laura De Palma, Chiara Barbagallo, Flaminia Castro, Giuliana Giammona, Valentina Pizzimento, Sofia Di Dio; assistente alla regia Marco Sambasile, consulenza erboristica Rosario Galeano, Antica Erboristeria Francescana, arrangiamenti musicali Marco Genovese, canzoni e arrangiamenti tradizione popolare Laura De Palma, perfettamente a suo agio in un repertorio che le è proprio da decenni, e Flaminia Castro, videografica Andrea Ardizzone Studi Dematerial | musicoterapia Jenny Cameron, costumi e le scene sono di Giovanna Giorgianni.
La storia: donna Orazia (Razzia), guaritrice di campagna, nata nel 1885, a Fiumefreddo, dove è morta all’età di 101 anni, in occasione del suo centesimo compleanno, decide di trasferire “il sapere” a una giovane e la invita a tornare nella Notte di Natale per conferirle anche il “potere”. A dar vita e corpo alla guaritrice è, appunto, Guia Jelo. Una drammaturgia che nasce da un dialogo e scambio intenso tra l’autrice e la guaritrice.
«Nel corso della lunga intervista – racconta l’autrice Marinella Fiume – , donna Orazia mi chiedeva spesso “Ma lei ci crede a queste cose ?” Io rispondevo sempre di sì perché credevo che insieme stessimo ripetendo un rituale antico del sapere femminile di cui la medicina ufficiale aveva ben presto espropriato le donne del popolo, mandandone al rogo qualcuna. Ci credevo perché sapevo quale era stato il potere delle donne, la specificità del possesso di un sapere orale di cui è inutile cercare traccia nei libri di storia. La biografia che ho scritto, restituendo il racconto in prima persona e dando agli avvenimenti una sequenza cronologica, permette di ritrovare l’identità perduta della caposcuola di tutta una comunità contadina scomparsa. Spero che Donna Orazia mi abbia perdonato, se ho infranto il divieto di scrivere quel che non si dovrebbe, contravvenendo alla consegna dell’oralità e della riservatezza ad orecchie di figlie. Trasformarla in performance teatrale mi consente di recuperare questo patto».
Daniele Lo Porto
Daniele Lo Porto (OdG Sicilia N^ 50259) Classe 1959. Giornalista professionista dal 1992. Sono stato capo dell'Ufficio stampa della Provincia regionale di Catania e redattore di Telecolor. Dal 1984 corrispondente del Giornale di Sicilia, dal 2020 di Tgs e di Freepressonline. Nel 2008 nominato Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.