12 Gennaio 2024
Terremoti e sicurezza, a Catania si fa fronte comune nella direzione della prevenzione
Prevenzione sismica, una fotografia della città per pianificare le azioni da mettere in campo.
«L’ultima legge Finanziaria ha stanziato 250 milioni di euro per i prossimi 4 anni, da investire in un piano d’intervento sulla vulnerabilità sismica degli edifici pubblici». Le parole del ministro della Protezione Civile Nello Musumeci – con un videomessaggio durante l’incontro “Catania: sicurezza e futuro” – rappresentano una prima risposta alle attese degli operatori nei confronti della politica, relativamente a un tema sempre attuale nel nostro territorio: quello del rischio sismico e dei suoi effetti.
Qual è il quadro nella città di Catania e come intervenire? Questa la domanda che ha fatto da filo conduttore dell’evento – tenutosi al dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università etnea – promosso da Ance Catania, UniCt (Dicar), Comune di Catania, Ingegneri, Geometri, Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori etnei, Ingegneria Sismica Italiana, Ingv e Protezione Civile. Un tema che stimola le riflessioni di tutti gli addetti ai lavori, accomunati dall’intento di sensibilizzare cittadini e istituzioni. Proprio queste ultime devono farsi carico della “sicurezza” in senso generale, come evidenziato dal vicesindaco di Catania Paolo La Greca, che rilancia l’iniziativa di «un tavolo stabile per favorire il confronto con enti e ordini professionali, riprendendo il modello di “Catania Sicura”, promosso anni fa da ANCE Catania e ben visto a livello nazionale». Un punto di partenza per idee e proposte che diano vita a progetti che, come auspicato dal prefetto Maria Carmela Librizzi, «si trasformino in qualcosa di concreto, soprattutto in un territorio come il nostro, in cui bisogna far fronte a diversi tipi di eventi calamitosi, da quelli idrogeologici alle alte temperature estive, ai terremoti».
Questi ultimi al centro del confronto, «per proporre studi e ricerche sull’argomento, sperando in un impegno sempre maggiore da parte delle istituzioni anche attraverso incentivi fiscali e soluzioni finanziarie per gli interventi di adeguamento», commenta il presidente ANCE Catania Rosario Fresta. Un pensiero comune con gli Ingegneri, che puntano l’accento sulla «consapevolezza di vivere in una terra fragile e la necessità di invertire la tendenza a ricostruire post evento, piuttosto che prevenire – spiega il presidente di categoria Mauro Scaccianoce – in quest’ottica, bisogna pensare a misure economiche strutturali per almeno 20-30 anni, con risorse certe che garantiscano il salto di classe dei nostri edifici, oltre a misure di premialità volumetriche per la demolizione e ricostruzione degli edifici privi di pregio storico». In termini di edilizia e urbanistica, figura chiave sono gli Architetti: «Occorre individuare strategie efficaci per farci trovare pronti ad un evento che è atteso nel nostro territorio – interviene il presidente OAPPC CT Sebastian Carlo Greco – in tal senso, leggere le criticità della nostra città consentirebbe di attuare politiche di rigenerazione per rinnovare il patrimonio edilizio».
Al tavolo anche ISI, Ingegneria Sismica Italiana, il cui obiettivo «è dare visibilità ad azioni che facciano da volano nel rendere il territorio più resiliente – spiega il vicepresidente Luca Zordan – tra queste la proposta di un’assicurazione obbligatoria dell’immobile. Non un’ulteriore tassazione verso i cittadini, ma uno stimolo a verificare l’effettiva affidabilità delle costruzioni e all’intervento in caso di carenze strutturali. Si innescherebbe così un sistema di prevenzione che gioverebbe a tutti». Tra gli altri elementi, a tenere banco, come sottolineato dal direttore dell’osservatorio etneo INGV Stefano Branca, il rapporto con il territorio e con l’Etna, che caratterizza il suolo su cui si è sviluppata la città di Catania e i paesi limitrofi.