17 Novembre 2023
Biancavilla, scoperta stalla abusiva
All’interno di un terreno di contrada “Scirfi”, hanno scoperto un fabbricato abusivo in mattoni, adibito a stalla, in cui era stato richiuso uno splendido cavallo.
Sul posto anche i medici veterinari dell’A.S.P. di Catania, Distretto di Paternò. All’interno della stalla abusiva sono state trovate alcune mensole contenenti diversi farmaci veterinari, di cui la proprietaria dei luoghi, una 41enne del posto, non è stata in grado di fornirne la prescrizione medica necessaria per l’acquisto e la detenzione. I Carabinieri hanno inoltre trovato nella tenuta anche delle galline e delle caprette tibetane senza microchip, per cui hanno deciso di sottoporre ai dovuti controlli anche quegli animali.
Durante gli accertamenti, è stato per prima cosa acclarato che le caprette non erano munite dell’obbligatorio microchip. Inoltre non era stato richiesto, e quindi nemmeno rilasciato dall’ASL veterinaria competente, né il “codice stalla per cavalli”, né il passaporto dell’animale, che è obbligatorio e serve a identificare i cavalli destinati al consumo umano e quelli non macellabili.
Al fine di tutelare la salute degli animali, i Carabinieri li hanno affidati in custodia giudiziale all’istituto catanese di incremento ippico per la Sicilia, in stato di isolamento fino all’esito delle analisi infettivologiche e microbiologiche, per accertare il loro stato di salute, nella speranza che il cavallo non sia stato adoperato per corse clandestine e, quindi, non sia stato vittima di maltrattamenti.
Per la donna è scattata una maxi sanzione amministrativa da 63.600 € sia per l’abusivismo edilizio di cui si è resa responsabile, che per le carenze nei confronti degli animali che deteneva.
Nell’anno in corso i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno denunciato più di 27 persone ed emesso sanzioni per oltre 100mila € per contrastare le corse clandestine di cavalli, fenomeno criminale collegato alle dinamiche dei clan mafiosi. Le corse clandestine possono rappresentare infatti una forma di controllo del territorio, come anche una modalità di reinvestimento di capitali illecitamente conseguiti, in considerazione del consistente giro di soldi investiti nelle scommesse clandestine. Le prime vittime di questo business illecito sono, naturalmente, i poveri animali maltrattati, ai quali vengono spesso somministrate sostanze dopanti, con conseguente alimentazione di un mercato parallelo di farmaci illegali.