21 Settembre 2023
Assassinio a Venezia: cena spiritica tra le calle con Hercule Poirot
Tra le calle ed una fitta atmosfera di mistero, ritorna uno dei più famosi investigatori del piccolo, grande schermo e della letteratura: Hercule Poirot.
Dal genio di Agatha Christie e dalla magistrale interpretazione di Kenneth Branagh, Poirot questa volta si ritrova coinvolto in un giallo dalle tinte thriller – quasi horror sotto certi aspetti – in una Venezia post bellica, in cui il mito, la superstizione si intrecciano insieme ad un cast stellare, travolgendo del tutto lo spettatore. A differenza dei primi due capitolo cinematografici della saga – firmati ed interpretati sempre da Kenneth Branagh -, questo terzo capitolo abbandona quasi del tutto il mistero del caso da risolvere, del clima tipico dei gialli, per poter fare i conti con una forma di mistero differente: il misticismo.
Può la superstizione, la fede, dominare sulla vita delle persone a discapito della ragione? È questo l’interrogativo che accompagna Poirot durante il suo soggiorno a Venezia; invitato da un’amica di vecchia data, la scrittrice Ariadne Oliver – interpretata da Tina Fey, attrice comica che di recente ha abbracciato il fascino degli omicidi e dei misteri in una delle serie tv più viste del momento “Only murders in the building” -, una forma di alter ego della Christie stessa, ad assistere ad una seduta spiritica in una delle dimore storiche e – secondo le leggende – più infestate di fantasmi della Laguna.
La trama ruota intorno ad un suicidio o presunto tale, avvenuto un anno prima nella villa e che vede, come ogni giallo scritto dalla Christie, un gruppo di persone strettamente collegate tra di loro, vittime e carnefici di una serie di intrighi ed omicidi, che per una volta non si svolgono unicamente nel corso di una notte, ma anche nel passato. Per introdurre l’atmosfera mistica e spirituale gli eventi si svolgono la notte del 31 ottobre, a cavallo con la festa di Ognissanti, rendendo questa pellicola perfetta per un’uscita cinematografica nel periodo di Halloween.
La figura della Medium – interpretata dalla più che famosa Michelle Yeoh – introduce lo spettatore nel clima vero del film, una cena con seduta spiritica piena di colpi di scena. È evidente che la bravura del cast non sia contestabile, ma è di particolare rilevanza la presenza di una star italiana che ricopre un ruolo fondamentale nella trama, senza quindi limitarsi ai classici stereotipi del personaggio italiano secondario e goffo: Riccardo Scamarcio.
L’attore interpreta un ex poliziotto, adesso assunto come guardia del corpo personale di Poirot e direttamente coinvolto nei casi d’omicidio da risolvere. Non è la prima volta che Scamarcio si trova ad affiancare attori stranieri molto famosi, è il caso di ricordare la sua ottima interpretazione – seppur meno rilevante rispetto questa – in “Il sapore del successo” con Bradley Cooper. Ciò dimostra che il nostro cinema ha tanto da offrire ancora, benché si pensi che l’industria cinematografica hollywoodiana abbia ormai preso del tutto dominio.
Un’altra eccellenza italiana, ben messa in risalto sia dalla trama, ma soprattutto dalla fotografia e dal director’s cut di Branagh è senza alcun’ombra di dubbio Venezia. I colori lagunari predominano e l’atmosfera notturna veneziana, tra le gondole e la nebbia è già quel più che occorre per un film del genere, se a questo si aggiunge il clima di mistero e di leggende macabre di cui la città è pregna da secoli, viene da chiedersi: cos’altro dobbiamo aspettarci? La festa di Halloween.
Il film è ambientato nel 1947, pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, in un mondo sottosopra ed in un’Italia con tanta voglia di rinascita e ricrescita, cresciuta e curata delle ferite belliche dalla presenza americana; l’unione delle due culture, non poteva non avvenire proprio in una tradizione americana che tanto ricorda il nostro carnevale.
Venezia è famosa in tutto il mondo anche per le sue maschere e le feste carnevalesche che precedono la Pasqua cristiana; in questo particolare frangente ritrovarsi le maschere della peste ricorda più un racconto di Edgar Allan Poe che un giallo di Agatha Christie, forse anche per quello vi sono non pochi richiami al noto scrittore dell’orrore.