08 Settembre 2023
Catania, baby gang bullizza da settimane i passanti di villa Pacini
Bulli dai 12 ai 18 anni minacciano, picchiano e scherniscono i più giovani nei pressi di villa Pacini. Codacons: “Da poche ore l’approvazione del decreto contro le baby gang”.
Nonostante le numerose segnalazioni lo scorso sabato villa Pacini ha visto consumarsi due aggressioni a distanza di poche ore la baby gang ha picchiato prima due ragazzi e poi un minorenne. La prima aggressione è avvenuta alle 20:30 circa quando due minorenni (componenti della baby gang) si sono recati in un bar di porta Uzeda dove hanno ricoperto di insulti due ragazzi i quali qualche minuto dopo esser riusciti ad allontanare i due bulli sono stati percossi dall’intera baby gang composta da circa 30 ragazzini.
Fortunatamente i passanti hanno allertato in tempo le forze dell’ordine anche se – al contempo – la baby gang si era dileguata. Poi un grido d’aiuto proveniente da villa Pacini ha fatto sì che gli agenti si precipitassero sul posto dove hanno assistito ad un pestaggio: un minorenne era accerchiato dalla baby.
Alla vista dei poliziotti i bulli insieme alla vittima sono scappati. Gli agenti sono riusciti ad acchiappare solo un componente della baby gang. Si tratta di un 12enne per il quale non è prevista alcuna procedura penale. Il ragazzo è stato affidato alla famiglia.
È di poche ore fa l’approvazione da parte del Governo Meloni del decreto contro le baby gang. Verranno inasprite le pene e arriva il daspo urbano anche per i quattordicenni. Il provvedimento colpisce i minorenni ed il fenomeno delle baby gang che è ormai dilagante.
A tal proposito il Codacons, assistito dall’avv. Isabella Altana Dirigente dell’Ufficio Legale Regionale, ha depositato un esposto presso la Procura della Repubblica di Catania e si è costituito parte offesa nell’ambito del procedimento. D’altra parte, secondo il Codacons, arrestare fatti di questo genere è fondamentale.
Per affrontare il problema delle baby gang – continua Bruno Messina – è necessario un approccio multifattoriale che coinvolga lo Stato, le istituzioni educative, le famiglie e le comunità. Occorre investire nella prevenzione, ossia in programmi educativi per aiutare i giovani a sviluppare abilità sociali e opportunità alternative. Ancora – prosegue l’avvocato Messina – vanno coinvolte le famiglie, che devono identificare i segnali precoci di coinvolgimento nelle baby gang e ricevere supporto per affrontare questi problemi. Poi deve realizzarsi una vera collaborazione tra polizia e comunità, in modo da identificare i membri delle baby gang e prevenire le violenze. Per l’avvocato Altana vanno compiute anche campagne educative per i giovani e le loro famiglie, affinchè aumenti la consapevolezza sui rischi delle baby gang e sui modi per evitarle.
E infine, concludono Altana e Messina, i giovani a rischio hanno bisogno di accesso a servizi di supporto psicologico per affrontare traumi e difficoltà emotive. In definitiva solo attraverso una combinazione di strategie mirate e collaborazione tra tutti i settori della società, si potrà sconfiggere questo fenomeno e garantire un futuro migliore ai giovani.