24 Luglio 2023
Barbie: un’iconica illusione
Un film-manifesto: Barbie denuncia la condizione sociale della donna. Il mondo reale non assomiglia affatto a Barbieland.
Il debutto nelle sale cinematografiche del tanto atteso film di Barbie, la famosa ed iconica bambola bionda di casa Mattel, strizza l’occhio al pubblico adulto ed incanta quello dei più piccoli. La protagonista, interpretata dalla bellissima Margot Robbie, delizia per la perfezione e la cura con cui l’attrice è riuscita a riportare sul grande schermo tutto ciò che la bambola ricorda: i piedi che – rigorosamente – poggiano sulle punte, un sorriso smagliante, le pose plastiche tipiche, outfit impeccabili, capelli lunghi, biondi, cotonati e perfetti.
Se a farla da padrone sono indubbiamente i primi piani della protagonista e la sua storia, una nota dolentissima aleggia sulla morale del film, non può quindi considerarsi un film per bambini. Barbie è un percorso di denuncia in rollerblade con spiagge californiane da sogno ed una colonna sonora – targata Dua Lipa – che incanta e riporta quasi alle pubblicità degli anni Ottanta. Sicuramente ad attirare l’attenzione dei più piccoli è l’ambientazione ed il ricordo dei loro momenti d’infanzia trascorsi insieme a Barbie e Ken ma ciò che vediamo sul grande schermo non è altro che una forte denuncia sociale che riflette il mondo che ci circonda.
Barbie vive in un mondo perfetto, senza nessuna preoccupazione, mostrando un “mondo illusorio” che fa credere sia ai grandi che ai piccini come tutto possa essere edulcorato dalle bugie ben costruite dal marketing – questo almeno è ciò che si denota nei primissimi istanti in cui lo spettatore viene catapultato a Barbieland – per poi leggere tra le righe una trama ben più profonda e fin troppo introspettiva per esser compresa dai bambini. Se da una parte troviamo Barbie, il gioco preferito delle bambine, dall’altro ritroviamo ciò che la Mattel voleva davvero esprimere: “puoi essere tutto ciò che desideri, nessuno può impedirtelo”.
Il percorso della protagonista si intreccia con quello del noto “fidanzato” Ken, il cui interprete Ryan Gosling è parecchio sottotono. La bambola di Ken vive da sempre in funzione di Barbie e non ha un vero e proprio scopo sia nel merchandising che nella vita reale. Barbie – nel corso del film – riuscirà a far capire a Ken che i due non devono necessariamente essere una coppia ma che da “soli” possono essere felici, realizzati e sufficienti a sé stessi. Da qui la canzone – messaggio cantata da Ryan Gosling: “I’m just Ken”.
Il film è un percorso di formazione in cui Barbie e Ken compiono un viaggio dall’età infantile – rappresentata dal mondo perfetto di Barbieland – sino all’età adulta quando, inconsapevoli dei mali del mondo, spiegano al telespettatore come la società patriarcale abbia preso il comando. La storia insegna quanto le donne si siano battute – e si battono tutt’ora – per essere riconosciute al pari degli uomini in modo da essere libere ed emancipate. A quanto pare la Mattel ha sposato la causa delle donne superando gli stereotipi di genere secondo i quali la donna dev’essere madre e casalinga dimostrando che Barbie non è nata per vivere alle spalle di “un grande uomo”. A Barbieland il potere è in mano delle donne a differenza del mondo terreno dove il patriarcato è una realtà difficile da sovvertire.
Magistrale il taglio del monologo di Gloria, interpretata da America Ferrera – nota dagli appassionati di serie TV come Ugly Betty – e l’interpretazione della figlia Sasha, interpretata da Ariana Greenblatt. La ragazza interpreta una femminista adolescente che combatte contro gli stereotipi sessuali e di genere. Il nome che le è stato dato non è casuale, com’è ben noto la Mattel – dopo anni di dominio sulle scene – negli anni Novanta ha dovuto condividere la notorietà di Barbie con le Bratz, bambole sinuose, spregiudicate e provocanti dai tratti volutamente accentuati. La regista Greta Gerwig ha quindi introdotto nella sua pellicola le quattro Bratz interpretate da Sasha e le sue amiche dal trucco esagerato e dal look dark e street, pronte a demolire l’iconica Barbie.
Come da pronostico – dopo pochi giorni dal rilascio nelle sale – Barbie è in trend topic, ha scatenato un’onda mediatica da capogiro registrando ingenti incassi nonostante la dura staffetta con Oppenheimer di Christopher Nolan che – eccetto in Italia – ha debuttato lo stesso giorno (21 luglio). In Italia il film sull’inventore della bomba atomica – con protagonista Cillian Murphy – sarà disponibile a partire dal 23 agosto.