23 Marzo 2023
Caltagirone e Palagonia, reddito di cittadinanza senza diritto
Sono 87 le persone che tra il 2019 e il 2022 hanno percepito indebitamente il Reddito di Cittadinanza. Il danno erariale è di 600mila euro.
Il 21 marzo scorso i denunciati sono stati 267, a loro si aggiungono altri 87 soggetti che con vari stratagemmi sono riusciti a percepire il Reddito di cittadinanza senza averne diritto. Le indagini sono state svolte nell’area del calatino dal Comando Provinciale di Catania, congiuntamente alla Direzione Provinciale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale(I.N.P.S.) di Catania e con il supporto dei militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania. h
Tre, in particolare, gli stratagemmi attraverso i quali i “furbetti”, residenti nei Comuni di Caltagirone, Grammichele, Palagonia, Ramacca, Vizzini e Mineo, avrebbero concretizzato le frodi.
Oltre infatti a coloro che avevano evitato di dichiarare il reddito da lavoro dipendente – le c.d. “giornate di lavoro”– e di essere destinatari di “indennità di disoccupazione agricola” (situazione incompatibile per la concessione del “Reddito di Cittadinanza” o, quanto meno, utile per rideterminarne l’importo), sono stati individuati, tra gli indagati, anche una decina di persone che avrebbero comunicato dati incongruenti su composizione o capacità reddituale dei rispettivi nuclei familiari, ricevendo il sussidio in misura maggiorata rispetto a quanto dovuto, nonché 4 extracomunitari non residenti in Italia da almeno 10 anni.
Tra gli 87 deferiti, circa la metà di questi sono soggetti già noti alle Forze dell’Ordine, per reati che vanno dalla detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, al porto abusivo di armi, rapina, resistenza a P.U., truffa ai danni dello Stato e falso.
Tra le posizioni esaminate, emblematica la figura di un 24enne di Caltagirone, che nonostante fosse già stato destinatario nel gennaio 2020 della misura cautelare degli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione “Nebrodi”, volta a contrastare l’omonimo sodalizio criminale, per “Associazione a delinquere di stampo mafioso”, “Contraffazione”, “truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche” e “Falso”, aveva incassato senza averne diritto circa 8.000 €.
Dagli accertamenti, è inoltre emerso come in 32 casi, la richiesta non sia stata avanzata da colui che ne avrebbe beneficiato, ma dalle mogli e sorelle degli indebiti percettori, che tuttavia in seguito non avrebbero riferito all’INPS che i propri congiunti avevano intrapreso un’attività lavorativa.
L’importo complessivo riscosso indebitamente, a vario titolo, tra il 2019 e lo scorso settembre, è di circa 600.000 Euro.
Al riguardo, l’I.N.P.S. ha già revocato il beneficio con efficacia retroattiva a tutti i denunciati ed ha altresì avviato le necessarie procedure di restituzione di quanto illecitamente percepito, evitando così che l’Erario continuasse ad elargire ai soggetti denunciati ulteriori consistenti somme non dovute.