17 Marzo 2023

Asp Catania, 29 case di comunità e 10 ospedali di comunità

Asp Catania, 29 case di comunità e 10 ospedali di comunità

L’importo complessivo degli interventi è di poco inferiore ai 71 milioni di euro ai quali si aggiungono 1 milione e 700 mila euro per la realizzazione delle 10 Centrali Operative Territoriali.

La Direzione strategica dell’ASP di Catania ha approvato, in linea tecnica e in linea amministrativa, i progetti di fattibilità tecnico-economica di 29 Case di Comunità (CdC) e di 10 Ospedali di Comunità (OdC), finanziati nell’ambito della Missione 6 Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

L’importo complessivo degli interventi è di poco inferiore a 71 milioni di euro, di cui 66 milioni circa da finanziamento PNRR e 5 milioni da Bilancio Aziendale, per:

  • 29 Case di Comunità che saranno realizzate a: Acireale, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Caltagirone, Castiglione di Sicilia, Catania (3), Fiumefreddo, Giarre, Grammichele, Gravina di Catania, Linguaglossa, Militello Val di Catania, Mineo, Mirabella Imbaccari, Misterbianco, Palagonia, Paternò, Pedara, Piedimonte Etneo, Ramacca, Randazzo, San Giovanni La Punta, San Gregorio di Catania, Scordia, Viagrande;
  • 10 Ospedali di Comunità che saranno realizzati a: Acireale, Adrano, Caltagirone, Catania, Linguaglossa, Mineo, Paternò, Ramacca, Randazzo, Vizzini.

I progetti di fattibilità tecnico-economica sono stati interamente redatti da professionisti reclutati per tali obiettivi e coordinati dai RUP (responsabile unico procedimento) dell’UOC Tecnico, diretto da Francesco Alparone.

Per la realizzazione degli interventi, in armonia con le indicazioni dell’Assessorato regionale alla Salute, gli atti sono stati inviati a Invitalia che, in qualità di Centrale di Committenza, procederà alla pubblicazione dei bandi per l’affido degli appalti integrati.

Case e Ospedali di Comunità

Le Case di Comunità sono il fulcro della nuova rete territoriale al quale il cittadino può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria. Nelle Case di Comunità i cittadini potranno trovare assistenza 24 ore su 24, ogni giorno della settimana, con un’offerta di servizi costituita da: medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni, infermieri di famiglia e comunità, altri professionisti sanitari, supportati da adeguata strumentazione tecnologica e diagnostica di base (ecografo, elettrocardiografo, spirometro, ecc.). Le Case di Comunità si distinguono in Hub e Spoke, alla luce delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio, al fine di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne e rurali.

Gli Ospedali di Comunità sono, invece, strutture intermedie tra l’assistenza domiciliare e l’Ospedale e hanno l’obiettivo di evitare ricoveri inappropriati alle strutture ospedaliere, supportando al meglio il processo di dimissione dalle strutture di ricovero e garantendo assistenza a pazienti con condizioni complesse.

Centrali Operative Territoriali

Già esperite e in fase di aggiudicazione le gare per la realizzazione delle Centrali Operative Territoriali (COT).

L’importo previsto per gli interventi, predisposti dall’UOC Tecnico, è di 1 milione e 700 mila euro.

Sono 10 le COT previste in provincia, che saranno operative ad: Acireale, Bronte, Caltagirone, Catania (3), Giarre, Gravina di Catania, Palagonia e Paternò.

La Centrale Operativa Territoriale svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e di raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e dialoga con la rete dell’emergenza-urgenza.

L’obiettivo della COT è di assicurare continuità, accessibilità ed integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria. Il servizio sarà operativo tutta la settimana e rivolgerà la sua attività a tutti gli attori del sistema sociosanitario, personale distrettuale e ospedaliero, che possono richiederne l’intervento: medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici di continuità assistenziale, medici specialisti ambulatoriali interni, e altri professionisti sanitari presenti nei servizi aziendali e distrettuali nonché personale delle strutture di ricovero intermedie, residenziali e semiresidenziali e dei servizi sociali.

Ultimo aggiornamento

redazione

redazione