21 Febbraio 2023
Scandalo Interporti Catania: “Lavori dove vuole”. Sette indagati
Concluse le indagini dell’inchiesta su presunti favori a una dipendente della Società interporti siciliana di Catania. La Procura di Catania ha emesso l’avviso ai sette indagati.
Tra questi figurano l’assessore regionale all’Economia, in qualità di ex assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone (Fi), il suo ex assistente e coordinatore della segreteria, Giuseppe Li Volti, e l’ex vicepresidente del governo siciliano Gaetano Armao (Azione). Le accuse sono di induzione indebita a dare o promettere utilità.
Le pressioni per aiutare Cristina Sangiorgi
Secondo la ricostruzione dell’accusa si Nino D’Asero attraverso Falcone, Armano e Li Volti, fece pressioni sull’allora amministratore unico della Sis, Rosario Torrisi Rigano, 69 anni, per la revoca del licenziamento di una dipendente: Cristina Sangiorgi. Doveva anche nominarla responsabile relazioni esterne della società. Alla Sangiorgi si doveva inoltre garantire una posizione lavorativa “gradita” dalla stessa. Infine dovevano essere sospese le «procedure disciplinari e le sanzioni comminatele per il rifiuto di lavorare in smart working» durante la pandemia da Covid.
L’accordo corruttivo tra Torrisi e Cozza
Dalle indagini dei carabinieri del comando provinciale di Catania, avviate nel settembre del 2019, è inoltre emersa una corruzione. L’imprenditore nel settore dei trasporti Luigi Cozza, secondo i militari, avrebbe assunto la nuora di Torrisi Rigano e promesso vantaggi futuri all’amministratore della Sis, che è indagato anche per essersi “appropriato di 2.850 euro dal conto della società , a cui aveva accesso. In cambio Torrisi avrebbe affidato in gestione per 9 anni dei locali del polo logistico dell’Interporto di Catania.