09 Ottobre 2022
Biancavilla, Mogol: “Ognuno di noi ha un poeta dentro, bisogna coltivarlo”
«Preoccupiamoci di creare prima l’uomo, poi l’artista. Altrimenti, cosa trasmetterà?» ha asserito Giulio Rapetti Mogol ieri a Biancavilla.
«Non si può – continua – cercare il successo senza avere dietro di sé un credo, una saggezza e un amore per gli altri». In occasione della tappa biancavillese di ieri sera dell’Emozioni tour, Mogol ha prima incontrato i cittadini a Villa delle Favare.
Non ha certo bisogno di presentazioni il maestro che ha firmato le più belle canzoni italiane, non soltanto di Lucio Battisti. Ma non chiamatelo paroliere: «Il paroliere fa la settimana enigmistica» ha dichiarato, ironico, nel corso dell’incontro.
«Tutti abbiamo un talento latente ma bisogna coltivarlo. Alcuni non sanno qual è il proprio, lo scoprono dopo. Allora bisogna partire da ciò che interessa loro».
L’esortazione di Rapetti è rivolta soprattutto ai giovani, per i quali è stato pensato questo incontro organizzato dall’amministrazione comunale. L’inizio è il «momento più difficile ma serve autocritica. Bisogna insistere e cercare la rima, che ti dà l’idea. Impegnarsi, nella vita è così”.
«È un problema di maestria e di lavoro, al quale bisogna credere molto. È la filosofia della nostra scuola che mi arriva da Lucio (Battisti ndr), che studiava sette ore al giorno i numeri uno nel mondo per capire qual era il loro segreto. Studiare, lavorare e avere buoni maestri».
Presente ieri anche Gianmarco Carroccia, ex allievo di Mogol con il quale sta girando l’Italia per il tour dedicato a Lucio Battisti. Classe 1988, il giovane cantautore ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della musica sin da piccolo ed è ritenuto, oggi, tra i migliori interpreti del repertorio Battisti-Mogol.
È nota l’attenzione verso i giovani da parte di Mogol, che negli anni Novanta ha fondato in Umbria il Centro Europeo di Toscolano (CET), scuola di alto prestigio per autori, cantanti e musicisti. «Al CET insegniamo a cantare e comporre ma anche a comportarci. Applaudiamo chi sa dare l’esempio, non esiste invidia nella nostra scuola e trasmettiamo quale comportamento fa dei nostri allievi dei nobili o dei miserabili. Senza onestà non siamo niente e la fortuna e i soldi non sono così importanti».
Un evento che ha visto la partecipazione numerosa di diverse generazioni, che hanno rivolto a Giulio Rapetti Mogol diverse domande. Tra il pubblico, un docente ha espresso il desiderio di inserire nei programmi scolastici i testi dei grandi autori della musica italiana per «preparare gli uomini del domani e spiegare il senso della vita».
Difatti, nelle antologie ufficiali non è previsto lo studio degli artisti perché «le accademie credono solo nel passato e si appellano al giudizio consacrato» ha risposto Mogol, che ha molto apprezzato la richiesta.
Le considerazioni di Rapetti sulla formazione a scuola hanno toccato anche altri aspetti, diversi dalla musica: «Voglio andare da Meloni per proporre un programma di sensibilizzazione rispetto al consumo intensivo di carne e agli effetti nocivi delle sigarette. Bisogna farlo già alle scuole elementari e all’asilo, perché a quell’età si assorbe di più. E dobbiamo essere noi grandi a insegnare tutto ai bambini».
Mogol ha parlato anche di alcune necessità della SIAE, di cui è presidente onorario: «Le piattaforme digitali guadagnano miliardi e noi centesimi, non è possibile. È una lotta importante da fare».
Il maestro ha condiviso con i presenti alcuni episodi vissuti con Bob Dylan, del quale ha tradotto alcuni testi: « Se tu mi spieghi cosa volevi dire nella canzone, la traduco» disse Giulio Rapetti al cantautore americano, dati alcuni discorsi sfumati e meno comprensibili.
Una piazza Roma gremita di gente ha suggellato la riuscita di questa tappa biancavillese dell’Emozioni Tour, inserito nel cartellone eventi delle festività biancavillesi di San Placido.