Padre Speziale: “Mi hanno svenduto la casa pur avendo pagato mensilmente”

Roberto Speziale presenta un esposto alla Procura di Messina, denunciando la vendita della casa di abitazione (e unica) dopo aver acceso un mutuo “pur avendo pagato mensilmente quanto dovuto.

Roberto Speziale, pensionato, si trova coinvolto nella vicenda giudiziaria del figlio Antonino, condannato a 8 anni e 8 mesi di reclusione per i noti fatti del 2 febbraio del 2007. Le ristrettezze economiche conseguenti lo costringono ad accendere un mutuo sulla sua unica abitazione, acquistata con “enormi sacrifici e rinunce”.

La rata che deve pagare è di 280 euro, al cui pagamento – riferisce Roberto Speziale – non si è mai sottratto. Accade però che la Banca Ifis, all’epoca dell’accensione del mutuo G.E. Capital Servizi, ottiene il pignoramento della casa. In più, si legge nell’esposto di Roberto Speziale, il “medesimo creditore” avviava “una ulteriore azione di esecuzione […] mobiliare di circa 280 euro al mese”, pari all’importo della rata del mutuo originariamente sottoscritto.

Nel novembre del 2012, nonostante l’istituto di credito ricevesse quanto dovuto, mette in vendita la casa di Speziale. Il signor Roberto presenta istanza alla procedura del  Piano del Consumatore. In tale ambito il 5 gennaio del 2017, viene sospesa la procedura pendente di vendita e se ne da comunicazione al creditore, al notaio che si occupa della vendita e al Giudice dell’esecuzione. La vendita va però avanti lo stesso con tre tentativi andati tutti deserti fino al 14 maggio quando viene aggiudicata per 25.300 euro.

Il prezzo è ben al di sotto della valutazione del bene pari a 80.800 euro e pari a meno di un quarto del debito dovuto: 104.000 euro.

Dalla denuncia si evince che però Speziale, non solo ha perso la casa, ma deve continuare a pagare le 280 euro al mese di rata, per altri 20 anni. Da qui la richiesta di giustizia agli organi competenti. Per territorio le indagini saranno svolte dalla Procura di Messina, a cui è indirizzato l’esposto insieme al Presidente della Repubblica, al Ministro della Giustizia, al Procuratore Generale presso la Corte Suprema di Cassazione e al Consiglio Superiore della Magistratura.