13 Marzo 2022
Fiori d’acciaio, tra risate e commozione
Oggi al Teatro ABC l’ultima replica.
Riso, sorriso e commozione. “Fiori d’acciaio” di Robert Harling, regia di Michela Andreozzi, testo datato, ma spolverato con cura è ambientato in un salone di bellezza a Sorrento, con il sottofondo della musica italiana di fine anni Ottanta, da Paolo Vallesi a Loredana Bertè. Lì si incontrano la signora Marilù (Tosca D’Aquino, che passa con convincente disinvoltura dall’ironia al dolore) sua figlia Stella, la fanciullescamente generosa Martina Difonte, che sta per sposarsi, la litigiosa e ruvida Luisa (la modicana Emanuela Muni) che di mariti ne ha avuti due e ora adora la propria libertà, ma finirà con perderla, Clara Aiello (l’elegante Giulia Weber) la ex moglie del sindaco, e la loro parrucchiera, la genuina Tamara (e tamarra, Emy Bergamo) che ha come dipendente la giovane Ana, interpretata dalla quasi mistica Rocio Morales) recentemente truffata dal (forse) marito e rimasta senza denaro. Le sei protagoniste sono sei mondi diversi che si sfiorano, si scontrano, si abbracciano in un’alternanza di complicità e contrasti.
“La pièce teatrale, poi valorizzata cda un film di grande successo – è ancora attualissima e perfettamente rappresentativa di un microcosmo, quello del negozio di provincia, che è specchio di macrocosmi le cui dinamiche, perfino oggi, fanno fatica a cambiare. Per questo motivo abbiamo deciso di lasciare l’ambientazione di fine anni ’80, perché ci permette di osservare un tempo appena trascorso e ci racconta che siamo già nel futuro. E forse anche perché l’immagine e lo stile di quel periodo, negli abiti, negli arredamenti, ma soprattutto nella musica, sono identificativi di un momento storico diventato ormai glamour. Oltre al fatto che certe modalità, oggi, sarebbero condizionate dalla tecnologia. E poi c’è l’affetto. Per me, un teatro affettuoso è ciò di cui abbiamo bisogno, un racconto di sentimenti e di ironia che qualche volta è crudele ma mai cinica, mai diventa sarcasmo – spiega la regista Michela Andreozzi -. Se c’è una cosa che le donne sanno fare, è essere terribili, spietate e capaci di affrontarsi, insomma, dei fiori di acciaio, senza mai smettere di amare”.
Tutte più che brave le attrici, protagoniste alla pari, sul palcoscenico del Teatro ABC, per un altro spettacolo in cartellone che, anche questa volta, ha suscitato il convinto apprezzamento del numeroso pubblico.
Daniele Lo Porto
Daniele Lo Porto
Daniele Lo Porto (OdG Sicilia N^ 50259) Classe 1959. Giornalista professionista dal 1992. Sono stato capo dell'Ufficio stampa della Provincia regionale di Catania e redattore di Telecolor. Dal 1984 corrispondente del Giornale di Sicilia, dal 2020 di Tgs e di Freepressonline. Nel 2008 nominato Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.