07 Dicembre 2021
Ambulanza della Morte: Scalisi va in carcere
Su richiesta della Procura di Catania, il Tribunale etneo ha disposto la custodia cautelare in carcere per Agatino Scalisi, condannato in primo grado a 30 anni di reclusione nell’ambito dell’operazione “Ambulanza della Morte”.
Di Adrano, Scalisi Agatino, nato il 15.06.1975 è indiziato di omicidio volontario pluriaggravato ed estorsione aggravata e continuata in concorso, con l ’aggravante di aver commesso tali reati con modalità mafiose e al fine di agevolare le attività illecite del clan “Mazzaglia-Toscano-Tomasello ”, attivo nel comune di Biancavilla (CT) e del clan “Santangelo ”, attivo nel comune di Adrano, considerati entrambi articolazioni locali della organizzazione mafiosa “Santapaola – Ercolano” di Catania.
Il 25.11.2021 Scalisi è stato condannato, con il rito abbreviato, a 30 anni di reclusione nell’ambito dell’inchiesta “Ambulanza della Morte”, che ha portato alla condanna all’ergastolo del coimputato Davide Garofalo. Le condanne sono entrambe di primo grado. e Garofalo ha già presentato appello.
Secondo la ricostruzione della Procura Distrettuale di Catania (imperniata essenzialmente sulle dichiarazioni dei testimoni e dei parenti delle vittime), condivisa dal Giudice, i malati sarebbero stati uccisi durante il trasporto con ambulanza privata dall’Ospedale di Biancavilla alle rispettive abitazioni, tramite iniezioni di aria per via endovenosa da parte degli addetti alle ambulanze. Scalisi, che aveva scelto il rito abbreviato, è stato condannato per un solo episodio di omicidio commesso ai danni di una anziana signora gravemente malata, trasportata il 05.04.2014 dall’Ospedale di Biancavilla alla propria abitazione ove giunse già deceduta, mentre il Garofalo è stato già condannato dalla Corte D’Assise di Catania per tre diversi episodi di omicidio aggravato. Entrambi sono stati inoltre condannati per estorsione aggravata commessa in concorso ai danni della ditta di onoranze funebri dei fratelli Arena Giuseppe e Luca, poi divenuti testimoni di giustizia.
Secondo l’impostazione accusatoria, attraverso tale condotta gli imputati incrementavano il loro guadagno, svolgendo anche il servizio di vestizione delle persone decedute, e percependo un importo aggiuntivo di circa euro 200/300. Come si è detto, inoltre, il Gup ha condannato lo Scalisi per il delitto di estorsione, aggravata e continuata in concorso, commessa ai danni dei titolari dell’agenzia di pompe funebri di proprietà dei fratelli Luca e Giuseppe Arena, ai quali secondo l’accusa veniva imposto di cedere l’utilizzo gratuito e la gestione di una autombulanza intestata a uno dei fratelli, minacciando gli stessi in modo implicito sia di cagionare gravi danni ai beni aziendali dell’agenzia, che di porre in essere ritorsioni personali.
Nel provvedimento custodiale il G.I.P. evidenziava, oltre all’estrema gravità dei fatti, anche la circostanza che lo stesso Scalisi, nel corso del processo e sino al 2020 aveva continuato, senza alcuna autorizzazione o abilitazione sanitaria, ad effettuare trasporti di malati a bordo di mezzi non idonei.
L’arrestato è stato tradotto presso la Casa circondariale di Catania “Bicocca”.