31 Ottobre 2021
Locke e Key 2: la serie Netflix che mostra la magia in chiave diversa
Essere capaci di pervadere la mente delle persone è uno di quei desideri che ognuno di noi vorrebbe realizzare. E se esistesse una chiave magica in grado di poterlo fare? Vedere per credere.
L’ultima serie fantasy-horror Netflix “Locke & Key”, tratta dagli omonimi fumetti, giunta alla sua attesissima seconda stagione, ci mostra le vicende della famiglia Locke dal punto esatto in cui li avevamo abbandonati.
La prima stagione narra le vicende di un gruppo di adolescenti che scopre la magia attraverso delle chiavi magiche, sparse all’interno della casa di famiglia e prosegue in una lotta tra il bene ed il male, tra il reale ed il non reale, sino a giungere a quel che pare essere l’eterno dilemma: crescere o non crescere. Come degli odierni Peter Pan i piccoli di casa Locke imparano ad usare la magia, conoscono le chiavi, attraverso la fantasia ed i sussurri che la casa offre loro, trovano vari spunti che si diramano nelle puntate, ma superata l’età dell’adolescenza, superata l’età dell’innocenza, la magia svanisce.
Se la prima stagione, dalle tinte dark, mostra la voglia di conoscenza e la classica ingenuità di approcciarsi al mondo della fantasia e della magia – questo soprattutto grazie al personaggi di Bode, il piccolo di casa, che segue i sussurri delle chiavi e le ritrova -, la seconda si apre con una calma apparente ed un approccio più adulto. Tyler e Kinsey – gli altri due protagonisti – stanno crescendo e fanno i conti con i drammi adolescenziali e con il percorso che li condurrà a dimenticare le chiavi e la magia. Gli adulti di casa, Nina – la madre dei ragazzi – e lo zio Duncan non ricordano cosa accade, vittime della maledizione della Key House, ruotano intorno le vicende senza poter essere d’aiuto.
La stagione si concentra proprio sul desiderio da parte dei protagonisti “di riuscire a non dimenticare” di capire come realizzare una chiave che possa evitare loro di perdere il controllo della magia e di essere in grado di poter sconfiggere il male. La loro ricerca non è vana, ma riuscire a sfuggire dalla porta nera demoniaca – aperta sul finale della scorsa stagione – diventa puntata dopo puntata sempre più difficile. Gabe, il fidanzato di Kinsey ed anche la reincarnazione – attraverso l’uso della chiave che muta forma e genere – di Dodge, l’eco demoniaca antagonista della storia, si muove parallelamente al desiderio dei ragazzi di poter creare una chiave, una chiave in grado di generare il male.
Il fascino malvagio delle chiavi, il desiderio di poter possedere la magia e di saperla usare, accompagna lo spettatore sin dalla prima stagione. Nella prima stagione è facile identificarsi in Bode e nella sua ingenuità e fantasia, mentre nella seconda è più facile empatizzare con Tyler e la sua ricerca disperata di creare delle chiavi che possano aiutare chi lo circonda.
La seconda stagione, purtroppo, è carente di iniziative di trama e di colpi di scena che hanno reso la famiglia Locke così amata nel corso della sua prima apparizione televisiva, complice probabilmente le tinte dark dalle sfumature più introspettive che fantasy. Ciò non ha impedito Netflix di confermare e rinnovare l’uscita di una terza stagione, in cui i fan dei fumetti sperano di vedere tutte le altre chiavi mancanti e di trovare delle puntate migliori su delle chiavi che potrebbero rendere di più – come ad esempio la Chiave del Piccolo mondo, ben poco sfruttata e dall’alto potenziale o la Chiave Fantasma che potrebbe sicuramente collegare gli eventi passati con quelli in corso, senza intoppi di trama e buchi neri, più oscuri di ciò che si cela dietro la porta nera nelle cave marine.