La settimana catanese Il futuro dell’AMT è privato

Nuovo fronte di scontro politico il futuro delle partecipate del Comune, a cominciare dall’AMT.

L’incendio del minivan dopo il furto nella sede. I Briganti subiscono un altro atto di ostilità, intimidatorio o semplicemente vandalico, ma la conferma che a Librino non siano graditi non è una novità. Dal 2012 hanno sottratto al degrado l’impianto sportivo di San Teodoro, centinai di ragazzini allontanati dai rischi delle devianze della strada, meno manovalanza per i clan catanesi. Il rugby come missione sociale prima ancora che come sport. Scuola di vita e regole di sport, rispetto per il compagno e per l’avversario, rispetto per se stessi. Il terzo tempo è manifestazione di spessore umano. La città ha manifestato subito solidarietà, come all’indomani dell’incendio della sede, nel 2018. Ancora una volta bisogna lanciare cuore e coraggio oltre la linea di meta.

Rischia di sgonfiarsi, invece, il pallone del Catania. Dopo i titoli di coda della lunga telenovela con lo zio d’America protagonista, l’ipotesi più probabile è che il club etneo ritorni al Tribunale fallimentare, ma questa volta senza generosi, ma improvvisati, salvatori della patria calcistica. Servono almeno 15 milioni di euro da qui a fine giugno. Troppi. Forse la prima lettera della nuova storia sarà la D.

A Palazzo degli elefanti, infine, settimana tranquilla, ma mercoledì l’atmosfera in aula potrebbe surriscaldarsi. All’Ordine del giorno del Consiglio comunale straordinario richiesto dal gruppo Grande Catania con a capo Sebastiano Anastasi, la “Programmazione  amministrativa  politica sulle politiche della mobilità”. Traduzione: si parlerà dell’accorpamento tra AMT e Sostare, sul quale critiche, polemiche e distinguo provengono da tutte le parti, sindacati compresi. Ma il fronte potrebbe estendersi a tutte le partecipate per le quali sembra, che il sindaco ipotizzi un futuro diverso, a cominciare dalla privatizzazione dell’AMT attualmente presieduta da un suo fedelissimo da sempre, l’avvocato Giacomo Bellavia. Nuova prova del fuoco, in vista dell’avvio della lunga campagna elettorale.