07 Maggio 2021

Catania, USB e CUB chiedono stabilizzazione precari

Catania, USB e CUB chiedono stabilizzazione precari

Catania, USB e CUB oggi in prefettura per chiedere la stabilizzazione dei precari.

Si è​ svolto ieri mattina lo sciopero generale della scuola pubblica statale proclamato da Cobas Sardegna, Cub, Unicobas, USB Scuola e dalle studentesse e dagli studenti dell’Osa. Uno sciopero per dire “no” a un modello di istruzione fatto di test Invalsi – come se questi 15 mesi di pandemia non avessero ulteriormente scarnificato il già fragile corpo della scuola pubblica – e “no” a un Recovery Fund e collegato PNRR che lasciano intatti i veri problemi, quelli contro i quali combattono quotidianamente il personale della scuola, gli studenti e le famiglie.

La giornata di mobilitazione si è svolta anche a Catania, dove Cub e Usb hanno tenuto un presidio nei pressi della prefettura alla presenza, in piena osservanza delle normative anti-Covid, di docenti, personale Ata e studenti.

Claudia Urzì (responsabile provinciale di USB Scuola Catania) e Francesco Tomasello (coordinatore regionale della Cub) hanno spiegato nei loro interventi il perché​ di questo sciopero, uno sciopero indetto e svolto sulla base di richieste estremamente chiare:
immissione in ruolo di tutti i precari (docenti e ATA) a partire da quelli con tre anni di servizio, con un investimento di almeno 7 mld; libertà di mobilità per docenti e ATA (no ai vincoli quinquennali e triennali); investimento pluriennale nella riqualificazione e ampliamento degli edifici scolastici (13 mld); la ripresa di una scuola in sicurezza a settembre, con DPI adeguati (FFp2), più spazi, riduzione del numero di alunni per classe, sanificazioni adeguate (anche dell’aria) e nuovi organici in servizio dal 1° settembre;
un sistema adeguato di tracciamento dei contagi; una campagna vaccinale efficace e rapida; l’abbandono della Didattica Digitale Integrata, una volta aperte le scuole a settembre; l’abolizione dei test Invalsi e dei Pcto; un rinnovo contrattuale che preveda un investimento di 7 mld per un congruo aumento degli stipendi, più il necessario per un immediato riconoscimento economico relativo al maggiore impegno di docenti e ATA durante la pandemia; completa internalizzazione del personale ausiliario ed educativo;
rifiuto di ogni ipotesi di autonomia differenziata.

Fra i presenti al presidio il professore Luca Cangemi​ (PCI), Sesto Schembri (PMLI), Fabrizio Russo (FGC).

Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta in prefettura dove sono state illustrate le motivazioni e le denunce che hanno sancito la proclamazione dello sciopero generale della scuola da parte del sindacalismo conflittuale di base.

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redazione

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