20 Aprile 2021
Duplice omicidio a Librino, nel cellulare del padre di Enzo Negativa un video del conflitto a fuoco. Ecco tutti i dettagli
Sono 14 le misure di custodia cautelare in carcere per altrettanti soggetti coinvolti nel duplice omicidio del 8 agosto 2020 in via del Maggiolino a Librino. All’interno le foto degli arrestati, la ricostruzione degli avvenimenti e gli antefatti che hanno portato alla sparatoria.
Svelati dai Carabinieri di Catania altri dettagli sul duplice omicidio a Librino del 8 agosto scorso, dove i Cursoti Milanesi e i Cappello diedero origine ad uno scontro a fuoco. A restare sul selciato Vincenzo Scalia, detto Enzo Negativa, e Luciano D’Alessandro. Oggi la Procura di Catania ha disposto la custodia cautelare in carcere per 14 persone, tra i quali Gaetano Nobile, considerato gestore occulto del Bar Diaz, nel quartiere di Nesima.
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Le indagini
Librino nei giorni successivi alla sparatoria fu messo sottosopra dalle Forze dell’Ordine che eseguirono parecchie perquisizioni e organizzarono diversi posti di blocco. Le indagini svolte dai Carabinieri iniziarono fin da subito basandosi su risultanze di analisi balistiche, referti medico-legali e dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Un’altra prova che ha aiutato gli inquirenti a ricostruire le diverse fasi del conflitto a fuoco un video rinvenuto sul telefono cellulare di Giovanni Scalia, padre di Vincenzo (detto Enzo Negativa), morto in via del Maggiolino. In particolare dalle immagini si evince che l’azione si articolò almeno in due fasi distinte.
Gli arrestati appartenenti al clan dei Cursoti -Milanesi sono:
CAMPISI Roberto, nato a Catania il 31.3.1970
NICOLOSI Giovanni, nato a Catania il 21.6.2001
SANFILIPPO Michael Agatino, nato a Catania il 12.10.1999
SCUDERI Davide Agatino, nato a Catania il 4.11.1974
VIGLIANESI Rosario, nato a Catania il 5.8.1999
Gli arrestati appartenenti al clan Cappello invece:
CAPPELLO Massimiliano, nato a Catania il 12.8.1967
CAVALLARO Sebastiano, nato a Catania il 2.1.1992
CRISTAUDO Renzo, nato a Catania il 10.8.1993
FERRARA Gaetano, nato a Catania il 16.10.1987
GUZZARDI Luciano, nato a Catania il 31.3.1964
GUZZARDI Santo Antonino Lorenzo, nato a Catania il 21.7.1992
LOMBARDO Salvuccio Junior, nato a Catania 9.6.1994
NOBILE Gaetano, nato a Catania il 10.11.1985
PUGLISI Rinaldo, nato a Catania il 4.1.1975
La ricostruzione della sparatoria
Sono le ore 19.30 del 8 agosto quando in via del Maggiolino (n.18 e 19 di viale Grimaldi), si scatena l’inferno. A cadere Luciano D’Alessandro e Vincenzo Scalia. Per giorni gli inquirenti hanno indagato su cosa avesse scatenato la sparatoria a Librino, su come si fossero svolti i fatti e il 12 e 13 agosto eseguono 5 fermi. Giorno 16 agosto arrivano le convalide in carcere per Carmelo Di Stefano e Martino Carmelo Sanfilippo.
Gli antefatti
I clan contrapposti in questo evento sono i Cursoti – Milanesi da un lato e i Cappello dall’altro. I fatti traggono origine da dei dissapori tra Carmelo Di Stefano, soggetto apicale del clan Cursoti- Milanesi e Gaetano Nobile, quest’ultimo gestore di un esercizio commerciale e considerato vicino ai Cappello. Nei giorni precedenti all’azione di fuoco accadono diversi episodi di contrasto. Il 7 agosto, Di Stefano rompe gli indugi e organizza una spedizione punitiva nei confronti di Nobile. Quest’ultimo viene raggiunto da un commando nel proprio negozio, un mini market in via Armando Diaz. Ad avere la peggio sono lo stesso Nobile, Luciano D’Alessandro e Concetto Bertucci. Nobile non ci sta e si rivolge al clan Cappello per giungere ad un incontro risolutore. Il clan Cappello fornisce delle persone che nel tardo pomeriggio del 8 agosto partono verso le zone di pertinenza dei Cursoti – Milanesi alla ricerca di Di Stefano.
Il tragitto verso via del Maggiolino
Il gli uomini del commando, a bordo di scooter, iniziano a muoversi da “Monte Pidocchio”, nei pressi del cimitero. Tra loro vi sono Luciano D’Alessandro e Vincenzo Scalia, che dopo qualche minuto saranno uccisi, e da Concetto Bertucci, ferito. Dopo aver percorso via Acquicella, San Berillo Nuovo e San Giorgio, il gruppo arriva nei pressi di viale Grimaldi. Qui ad attenderli, a bordo di motoveicoli e scooter, vi erano i Cursoti-Milanesi, avvisati dell’azione dei Cappello, con a capo lo stesso Di Stefano, che al suo fianco tiene, Martino Carmelo Sanfilippo, uomo di fiducia.
L’agguato mortale
Il commando organizzato da Nobile, nei pressi di viale Grimaldi (via del Maggiolino strada senza sbocco con una sola via d’ingresso e uscita)) viene investito da una pioggia di fuoco. Sanfilippo colpisce mortalmente D’Alessandro e ferisce Bertucci, così come riferito da dei testimoni. A terra restano feriti altri tre, e senza vita, il ventinovenne Scalia, amico di Niko Pandetta, nipote del boss Turi Cappello. L’azione organizzata da Di Stefano aveva lo scopo di eliminare i componenti del clan avversario.
Resta da chiarire come mai due clan rivali che convivevano da anni senza dover ricorrere all’utilizzo delle armi siano arrivati al punto di pagare un tributo di sangue e arresti. Un dialogo fra i Cappello e i Cursoti-Milanesi che per qualche motivo si è interrotto e portato conseguenze così eclatanti.