06 Gennaio 2020

A 40 anni dall’uccisione di Piersanti Mattarella, perché la pista fascista resta oscurata?

Per il delitto mafioso di Piersanti Mattarella, avvenuto la mattina di 40 anni fa a Palermo, c’è una pista sui killer che porta all’area neofascista, pista mai abbandonata dagli inquirenti, ma mai definita, rimasta praticamente “oscurata”.

Dopo il processo sull’omicidio di
Piersanti Mattarella, il procuratore aggiunto Salvatore De Luca e Roberto Tartaglia, allora sostituto procuratore, guidati dal procuratore capo Francesco Lo Voi, hanno ripreso le indagini sul delitto.
Perché?  Per alcuni aspetti degli interrogatori di Giovanni Falcone ad Alberto Volo, fascista vicino ai terroristi dei Nar e a Terza Posizione. In questi interrogatori, Volo disse che l ’eliminazione di Mattarella era stata voluta da Licio Gelli, il capo della loggia P2, per bloccare le aperture di Mattarella verso il PCI.

Gli stessi magistrati hanno chiesto agli specialisti del Ros e del Racis dei carabinieri di analizzare una delle pistole utilizzate dal killer neofascista Gilberto Cavallini per uccidere a Roma, il 23 giugno 1980, il magistrato Mario Amato . I proiettili sparati il giorno dell’Epifania 1980 a Palermo erano gli stessi di quelli utilizzati per eliminare il giudice Amato?
Secondo i carabinieri del Racis i proiettili che hanno ucciso Mattarella erano “coincidenti” con la pistola Cobra utilizzata dai fascisti dei Nar.
“Coincidenti” e non gli stessi? Solo “coincidenti” perché, come hanno raccontato sull’Espresso Lirio Abbate e Paolo Biondani, i proiettili estratti dal corpo del Presidente della regione si sono ossidati a causa del cattivo stato di conservazione.
E’ stato anche riaperto il fascicolo sull’omicidio di Michele Reina, il segretario provinciale dalle Dc, ucciso il 26 marzo 1979.  Perché?

Anche per ammazzare Michele Reina fu usata una Colt calibro 38. Il killer che ha sparato a Piersanti Mattarella è lo stesso che ha ucciso Reina?
I proiettili ossidati e poi una interminabile lista di prove disperse, smarrite, rovinate. È stato perso anche il guanto sequestrato dalla Polizia Scientifica dentro l’auto dei killer, il giorno dell’omicidio, una 127 bianca . Altro mistero : l’auto risultava rubata e con una targa falsa, targa composta da due pezzi di targhe diverse assemblati tra loro. E altri pezzi di targa, compatibili con quelli della Fiat, sono stati trovati due anni dopo, a Torino, in un covo di Terza Posizione.
Ad oggi, la pista fascista non è mai stata chiarita. Perché?

Ultimo aggiornamento

Orazio Vasta

Orazio Vasta