20 Agosto 2019
La storia dei balconi e dell’Italia: ecco quando tutto è cominciato
È ritenuta una delle animatrici della cosiddetta protesta delle lenzuola antiministro e antiLega, Jasmine Cristallo, 38 anni di Catanzaro. Ci ha raccontato i momenti in cui le persone hanno cominciato ad avvertire e manifestare un libero e franco dissenso.
Articolo di Clemente Cipresso
La vera storia dei balconi
Tutto è cominciato il giorno in cui il Ministro Matteo Salvini si affacciò dal balcone del Palazzo Comunale di Forlì lo scorso 4 Maggio. In quell’occasione molti ebbero a dire per quel discorso pronunciato dal balcone del palazzo comunale, lo stesso utilizzato da Mussolini. Poi, il 7 Maggio a Salerno la scritta “Questa Lega è una vergogna” e in quel caso, i poliziotti fecero togliere la scritta a una signora. Così, nei giorni a seguire, in occasione delle visita del Ministro a Catanzaro, esattamente il 10 Maggio, un gruppo di ragazzi organizzarono l’esposizione di una serie di striscioni ‘spiritosi’ per accogliere il Ministro. Il primo in assoluto diceva “Oggi Catanzaro Puzza”. Così partì la corsa alla diffusione in rete delle foto, finché la notizia non arrivò alla stampa e Selvaggia Lucarelli ne fece un post.
“I balconi del millenovecento”
Da quel momento, il balcone è ritornato a rappresentare una modalità semplice, romantica per certi aspetti, per dare voce al popolo. L’ispiratore di tale romanticismo sarebbe stato Erri De Luca con la sua poesia “I balconi del millenovecento” in cui si racconta di un epoca dove le ragazze si innamoravano al balcone quando non si poteva fare diversamente. “Se qualcuno è pronto, siamo pronti anche noi” ha sostenuto Jasmine Cristallo, che ha fatto partire una nuova campagna fotografica che fa il verso alle dichiarazioni degli ultimi giorni del segretario della Lega che, in piena crisi di Governo, si è detto “pronto a tornare alle urne. “Relativamente alla Sicilia, la cosa che più mi ha colpito, in occasione della visita del Ministro a Catania, è stato sentire cantare la canzone Ciuri, ciuri”.
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