06 Agosto 2019
Caltanissetta, tre arresti per truffe online: agivano indisturbati sui social
Nel corso di queste ultime ore la Guardia di Finanza di Caltanissetta sta effettuando perquisizioni e sequestri, coordinati dalla procura, su tutto il territorio nazionale. Si tratta di siti web e conti correnti riconducibili all’Amicopolis in mano a tre persone che sarebbero state già arrestate.
Caltanissetta, tre arresti per truffe online
Come abbiamo appena annunciato, sono ancora in corso perquisizioni e sequestri messi in atto dalla Guardia di Finanza di Caltanissetta, coordinati dalla procura, e che riguardano tutto il territorio nazionale e conti correnti, tutti riconducibili alla società Amicopolis. Questa era gestita tra tre persone che promettevano soldi a condivideva commenti e foto online.
I tre sono stati arrestati con l’accusa di esercizio abusivo dell’intermediazione finanziaria, in quanto mai autorizzati, da parte della Consob, alla commercializzazione di strumenti finanziari, e di autoriciclaggio.
I dettagli dell’operazione
La società di Amicopolis aveva avviato la sua scalata nell’online nel 2017 e consentiva all’acquirente di investire in dei pacchetti non autorizzati e che prevedeva dei rendimenti fuori la logica di mercato. Nel dettaglio questa permetteva di vendere e compare beni attraverso la piattaforma, facendo leva sulla buona fede di chi decideva di investire il proprio denaro.
Il tutto non finisce qui, dato che l’Amicopolis prometteva anche ingenti guadagni agli utenti che decidevano di registrarsi alla piattaforma, realizzando condivisioni di immagini e video attraverso post, commenti e like. Secondo quanto pubblicato da La Sicilia nella nota dalla Guardia di Finanza è possibile leggere: “I finanzieri, ricostruendo le fraudolente modalità di commercializzazione di pacchetti d’investimento non convenzionali, hanno accertato decine di truffe nei confronti di ignari investitori a cui veniva promessa, in tempi limitati ed a fronte di un investimento iniziale minimo in proporzione al rendimento garantito, una remunerazione elevatissima”.
Il modus operandi
Le truffe venivano messe in atto attraverso il sistema Ponzi, conosciuto anche come Piramide Finanziaria, e che prevede uno schema dove non si effettua alcuna attività economica reale di investimento, né diretta, né indiretta, i cui rendimenti promessi si possono ottenere attraverso l’utilizzo del denaro offerto dall’ingresso nella struttura di nuovi affiliati.
In questo modo i tre indagati sono riusciti a truffare anche vari commercianti che, avendo deciso di pubblicizzare i loro prodotti sui social network ed avendo spedito regolarmente prodotti a svariati clienti, accumulando crediti, una volta raggiunto l’obiettivo non hanno mai ricevuto i dovuti compensi dalla società che intermediava i pagamenti.
L’attività investigativa ha permesso così di scoprire 19 truffati tra le province di Caltanissetta, Trapani, Reggio Calabria, Lucca e Asti che risultano aver investito un importo complessivo di 528 mila euro oltre alla remunerazione promessa.
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