29 Luglio 2019

Sicurezza zero in molte guardie mediche siciliane. A Riesi misure inesistenti e in sala d’aspetto trappole per topi

Scatta l’interrogazione all’assessore alla Salute, Razza, per chiedere lumi sullo stato dell’arte in tutta l’isola. Il Movimento 5 Stelle chiede “sicurezza zero in molte guardie mediche siciliane. A Riesi misure inesistenti e in sala d’aspetto trappole per topi”.

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Sicurezza zero: la denuncia del M5S

Niente videocitofono e sistemi di videosorveglianza, manca la porta blindata in sala visite e i medici non sono dotati di braccialetto per allertare le forze dell’ordine in caso di aggressione: tradotto, alla guardia medica di Riesi la sicurezza è inesistente”.

È la denuncia dei deputati M5S all’Ars Francesco Cappello e Nuccio Di Paola, che hanno scritto un’interrogazione all’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, per capire qual è lo stato dell’arte della sicurezza nelle guardie mediche siciliane e cosa si voglia fare per dotare Riesi e le altre guardie mediche dell’isola dei sistemi previsti dalle norme di sicurezza sul lavoro, divenuti fondamentali dopo le ripetute aggressioni che si sono verificate in varie parti della Sicilia.

“Abbiamo rivelato un grave problema”

La nota alla stampa del Movimento 5 Stelle continua dicendo: “Ci risulta – dicono i due deputati – che i sistemi di sicurezza in numerose presìdi dell’isola sono estremamente carenti o, addirittura, inesistenti. Cosa che, in effetti, abbiamo constatato a Riesi nel corso di una nostra ispezione. Là niente di quanto previsto dalla legge è stato messo in atto. In aggiunta abbiamo rilevato anche un grave problema di igiene. Ci chiediamo, infatti, quale tipo di asepsi può essere garantita durante le medicazioni che vengono effettuate se ci sono topi liberi di scorrazzare per le stanze, come dimostrano inequivocabilmente diverse trappole piazzate nella struttura?”.

Le norme sulla sicurezza e sull’igiene– concludono i due deputativanno applicate uniformemente in tutta la Sicilia, sia nelle grandi città come nei paesini di provincia. Tutti i medici hanno diritto alla sicurezza, ovunque essi operino”.

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redazione

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