26 Luglio 2019

27 anni fa il suicidio di Rita Atria: “Contro la mafia…forse ce la faremo”

Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarsi. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta”. Così scriveva Rita Atria, poco prima di lanciarsi dal settimo piano di un palazzo, a Roma, il 26 luglio 1992, dove viveva in segreto in quanto testimone di giustizia. Una settimana dopo la strage che uccise il magistrato, da lei considerato come un padre, e gli uomini della scorta.

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27 anni fa il suicidio di Rita Atria

Nel 1985, all’età di undici anni, Rita aveva perso il padre, mafioso della locale cosca, ucciso in un agguato. Nel giugno 1991 anche suo fratello Nicola, mafioso, cadde vittima di un omicidio mafioso. Piera Aiello, presente all’omicidio del marito Nicola , denunciò i due assassini iniziando a collaborare con la polizia. Anche Rita Atria, aveva soli 17 anni, nel novembre 1991, decise di seguire le orme della cognata.
Il magistrato a raccogliere le sue rivelazioni fu Paolo Borsellino. Le deposizioni delle due donne consentirono a Borsellino di fare arrestare diversi mafiosi .
La madre, che ha ripudiato Rita, non partecipò al funerale e dopo la sua sepoltura distrusse la lapide a martellate, perché, con le sue scelte, Rita, considerata una sbirra, aveva “disonorato” la famiglia. Ma Rita non era mai stata una sbirra.

“Non bisogna arrendersi mai”

Rita era una giovanissima donna, che voleva vivere nella VERITÀ: “L’unica speranza è non arrendersi mai – scriveva – Finché giudici come Falcone, Paolo Borsellino e tanti come loro vivranno, non bisogna arrendersi mai, e la giustizia e la verità vivrà contro tutto e tutti. L’unico sistema per eliminare tale piaga è rendere coscienti i ragazzi che vivono tra la mafia che al di fuori c’è un altro mondo fatto di cose semplici, ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei, non perché sei figlio di questa o di quella persona, o perché hai pagato un pizzo per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo”.

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Ultimo aggiornamento

Orazio Vasta

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