12 Giugno 2019
Agrigento, tentata violenza sessuale a minorenne: gps dell’auto per confutare l’accusa
La cronaca locale ci consegna la notizia di una tentata violenza sessuale a minorenne. I fatti risalgono al 2016 ma, allo stato attuale, l’uomo che è stato accusato di essere il responsabile si serve del gps dell’auto per provare che i fatti non sono a lui addebitabili.
Tentata violenza sessuale a minorenne: i fatti
Era il 2016 quando Enzo Cangemi di 50 anni originario di Camastra è stato accusato di tentata violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni nei confronti di una ragazzina di 17 anni, oggi chiaramente maggiorenne.
L’episodio sarebbe avvenuto il 27 dicembre 2016 e la presunta vittima della violenza avrebbe denunciato i fatti, producendo anche dei certificati medici come prova di quello che la minorenne aveva subito.
La ricostruzione dei fatti, secondo l’accusa
Enzo Cangemi avrebbe, dunque, secondo la ricostruzione dei fatti riportati dall’accusa, avrebbe adescato la ragazzina facendola salire a bordo della sua auto con la scusa di chiederle il numero di telefono del padre.
Ancora, secondo l’accusa, il cinquantenne avrebbe tentato di avere un rapporto sessuale orale con la minorenne, convincendola con la violenza a procedere nell’atto. La ragazza, però, poi sarebbe riuscita a scappare prima di assecondare le richieste dell’uomo.
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Gps dell’auto per smentire la vittima
Angela Porcello, legale dell’uomo accusato di tentata violenza sessuale a minorenne, ha chiesto di produrre in giudizio quella che sarebbe la prova dell’estraneità dei fatti di Enzo Cangemi. Si tratta dei dati registrati dal gps dell’auto sulla quale sarebbe salita la ragazzina. Questo smentirebbe definitivamente l’accusa evidenziando un percorso differente rispetto a quello che aveva denunciato la diciassettenne.
Tra le altre cose, proprio Cangemi, aveva dichiarato la sua innocenza spiegando la sua versione dei fatti: “Faccio uso di stupefacenti da tempo, ho incontrato la ragazza e le ho chiesto di salire sulla mia auto per chiederle se c’era qualcuno in giro che potesse vendermi dell’hashish. Perché l’ho chiesto a lei? Perché notoriamente acquistava droga. È stato questo il motivo, non ho praticato nessuna violenza nei suoi confronti“.
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