09 Aprile 2019
Caltanissetta omicidio Giuseppe Failla 1988: due persone arrestate
Nelle prime ore di questa mattina, a Torino e Como, i Carabinieri del Ros hanno eseguito 2 provvedimenti cautelari per omicidio. Le indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, hanno permesso di individuare mandanti ed esecutori dell’omicidio di Giuseppe Failla avvenuto a Gela nell’ottobre del 1988.
Cataldo Terminio mandante dell’omicidio
Gli arrestati sono Cataldo Termino e Angelo Bruno Greco. A loro si è arrivati attraverso riscontri delle dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia: Leonardo Messina, Ciro Gaetano vara e Salvatore Ferraro. Secondo l’accusa l’ideatore erd esecutore materiale del delitto è stato Cataldo Terminio, uomo d’onore della famiglia di San Cataldo. A dargli supporto un altro uomo d’onore, Angelo Palermo, rappresentante della famiglia di Caltanissetta, che fece da autista durante l’agguato. Come basista nell’operazione prese parte anche Angelo Bruno Greco, della famiglia di Gela.
Failla ucciso per vendetta
L’omicidio, per come ricostruito, scaturiva dalla ferma volontà di Cataldo Terminio di vendicare la morte del padre Nicolò, uomo d’onore già rappresentate della famiglia sancataldese di Cosa Nostra, ucciso in un agguato a San Cataldo il 17.04.1982 per mano degli appartenenti al gruppo dei c.d. “stiddari selvaggi” al cui vertice si collocavano Emanuele Cerruto e Loreto Plicato , di cui Giuseppe Failla era espressione.
Questo gruppo, formato da soggetti fuoriusciti da Cosa Nostra a seguito di contrasti sorti per la spartizione dei proventi di alcune lucrose estorsioni, negli anni ’80 ingaggiò una sanguinosa faida fatta di omicidi incrociati – di cui rimarranno vittime gli stessi Cerruto e Plicato – con gli appartenenti della famiglia di San Cataldo di Cosa Nostra.
Giuseppe Madonia diede il suo assenso
Dalle dichiarazioni dei citati collaboratori, inoltre, emergeva in modo certo che Giuseppe Madonia in qualità di rappresentante provinciale di Caltanissetta e appoggiando la linea di Cataldo Terminio aveva dato il suo assenso all’omicidio.
L’esecuzione delle presenti misure cautelari rappresentano un importante colpo inferto alla potenziale riorganizzazione della famiglia di San Cataldo di Cosa Nostra, rispetto alla quale, nonostante la lunga detenzione, il Terminio risulta ancora collocato in posizioni di vertice, come già accertato nel corso del Processo Kalyroon.
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