07 Aprile 2019
Fuorisalone 2019: dal 7 aprile a Milano la ‘Maestà sofferente’ di Gaetano Pesce
Ci siamo quasi… il conto alla rovescia è finito. Quest’anno per il Fuorisalone 2019, proprio a Milano, dal 7 aprile alle 17.00 ci sarà un’istallazione ispirata alla poltrona Up 5&6, opera dell’artista Gaetano Pesce realizzata nel 1969.
Fuorisalone 2019: la ‘Maestà sofferente’
La ‘Maestà sofferente‘ è una grande istallazione, alta circa 8 metri, che rappresenta una delle tante attrazioni presenti durante la Milano Design Week e riprende fedelmente una delle opere più significative dell’architetto Gaetano Pesce. In più, questa vuole essere un omaggio ai 50 anni di uno dei più importanti capolavori dell’artista.
L’istallazione, infatti, è una versione extra large della già nota poltrona Up 5&6, opera realizzata proprio dal grande maestro nel 1969.
L’inaugurazione del Fuorisalone 2019
L’inaugurazione del Fuorisalone 2019 vedrà tra i protagonisti del ‘taglio del nastro’, accanto a Vittorio Sgarbi, Giampiero Mughini, Silvana Annichiarico, proprio Gaetano Pesce, le cui opere sono oggi esposte in alcuni tra i maggiori musei al mondo.
Per citarne alcuni: il Met di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Centre Pompidou di Parigi. Quest’ultimo, in particolare, ha realizzato una mostra interamente dedicata all’artista.
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Cosa rappresenta la Maestà Sofferente?
La poltrona riprende un corpo femminile nudo e stilizzato che, nell’istallazione presente al Fuorisalone 2019, appare trafitto e ferito da tantissime frecce. Proprio queste simboleggiano una metafora della violenza sulle donne. Un messaggio molto forte, dunque, da lanciare in un periodo in cui i femminicidi e le violenze, purtroppo, sono molto frequenti.
Il sindaco di Milano Beppe Sala commenta, a proposito dell’istallazione, con orgoglio: “È molto contemporanea nonostante sia di 50 anni fa. È giusto che se ne parli perché ci stupiamo ancora quando succede un femminicidio e se attraverso questa testimonianza se ne riparla, allora deve andar bene. È giusto rendere onore a Gaetano Pesce. A me non dispiace affatto, mi sembra un messaggio contemporaneo“.
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