10 Febbraio 2019
Uomo occupa posteggio disabili e insulta mamma di bimba con handicap
A Torino, un uomo occupa un posteggio riservato ai disabili e una.madre, che si serve di quel posto per la sua bimba che ha un handicap, glielo fa notare. Al ritorno, però, sul parabrezza trova un bigliettino con insulti pesanti.
Cosa è successo?
Venerdì 8 febbraio, davanti l’ingresso di un asilo a Torino, un uomo occupa, senza averne diritto, un posteggio riservato ai disabili. Luana, mamma di 38 di una bimba con una grave disabilità neuropsicomotori, fa notare che il posto era riservato a lei e invita, gentilmente l’uomo a spostarsi. Questo, però, a quanto pare non prende bene questa annotazione. Quando la mamma ritorna in auto dopo aver accompagnato la bimba all’asilo, infatti, trova sul parabrezza un biglietto in cui viene insultata: “Te sei (h)andicappata solo al cervello“.
La mamma, un po’ adirata un po’ amareggiata, ha detto: “Ne ho parlato con le insegnanti e anche con i genitori. Vorrei ritrovare quell’uomo, spiegargli che cosa vuol dire la disabilità. Mio marito vorrebbe denunciarlo, io non lo so, voglio solo stare tranquilla con le mie bambine“.
Il racconto di Luana sui social
Luana racconta sui social la storia, proprio come monito a riflettere sul rispetto delle regole e delle disabilità altrui. Ha scritto: “Come ogni giorno il posto riservato ai disabili (di cui ha diritto mia figlia) era occupato. Ho trovato posto due macchine più avanti e ho tirato giù la mia creatura di 25 chili tenendola in braccio”.
“Quando sono passata davanti alla macchina parcheggiata abusivamente ho fatto notare al signore, che leggeva il giornale in macchina, che il posto era destinato alle persone diversamente abili. Lui mi ha risposto: ‘Sono solo 5 minuti’. Io stufa di questa risposta, sentita già almeno 35.000 volte, alzo un po’ il tono”.
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“Dobbiamo lottare per un posto privilegiato di cui faremmo volentieri a meno”
Così, Luana di fronte la prepotenza dell’uomo non ha resistito e ha fatto notare l’estrema maleducazione ma è stata ripagata con un bigliettino in cui veniva insultata. Ha continuato il racconto: “Gli dico che la macchina io l’ho parcheggiata poco più avanti, ma lui si dovrebbe vergognare di aver preso quel parcheggio riservato ai bimbi con difficoltà come mia figlia. Poi sono entrata all’asilo. Quando sono tornata alla macchina ho trovato questo simpatico bigliettino. Forse pensava che il mio tagliando fosse stato vinto con i punti del supermercato o forse credeva che mia figlia non fosse una bimba con difficoltà ma solo pigra perché così grande l’ho caricata in braccio. Non lo so, non me lo spiego“.
E poi conclude: “Io non auguro nulla a questo signore perché le disgrazie le conosco e non mi sento di augurare nulla di brutto a nessuno. Spero solo che facendo il giro su Facebook, capiti nella bacheca di suo figlio o suo nipote, che riconoscano la scrittura e che si sentano umiliati tanto quanto ci sentiamo noi famiglie di bimbi in difficoltà per cui dobbiamo lottare tutti i giorni anche solo per un parcheggio “privilegiato” di cui, vi garantisco, faremmo volentieri a meno”.
Una storia che fa venire i brividi, non tanto per il posto occupato abusivamente, ma quanto per gli insulti rivolti a chi convive con una realtà difficile da accettare e che deve fare i conti anche con la cattiveria delle persone che, in certi casi, è senza limite. Bastava chiedere scusa e spostare l’auto, ma è più facile lasciare un bigliettino e fare i “leoni” con chi ha meno armi per difendersi.
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