07 Febbraio 2019
Ferimento Bortuzzo, il video del dell’agguato. Ecco chi sono gli assalitori
I due ragazzi di Ancilia che hanno sparato a Manuel Bortuzzo, rovinandogli la vita per sempre, si credevano dei boss invece sono solo dei ragazzacci che giocavano a fare i duri, ora rischiano da 7 a 20 anni. Nel video il momento dell’agguato.
Il video dell’agguato
Ecco il video della sparatoria in cui è rimasto ferito Manuel Bortuzzo. Nel video la ragazza ha il cappuccio in testa. Dopo gli spari cerca di capire che cosa sia successo e poi chiama qualcuno dal suo cellulare per chiedere aiuto.
Alcuni dettagli dell’interrogatorio
I due assalitori ora rischiano da 7 a 20 anni di reclusione. L’accusa è di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione. Secondo la ricostruzione data da Marinelli, la pistola era stata trovata per caso circa 2 mesi fa e nascosta in un campo. La sera della rissa, i due sono andati a prendere l’arma e sono tornati al pub. Da qui nasce l’aggravante della premeditazione. Un altro particolare che è emerso riguarda i giorni successivi all’agguato. I due hanno riferito di essere stati ospiti di amici, di cui non hanno fatto i nomi e di aver anche dormito in campi all’aperto.
Ad aver sparato è stato Lorenzo Marinelli. Bazzano ha riferito agli inquirenti che dopo gli spari ha detto: “Lorenzo ma cosa hai combinato? e lui mi ha risposto ‘ora portami a casa da mio figlio”.
“Io mi sono costituito e vado in carcere perchè è giusto che Manuel abbia giustizia”, ha fatto mettere a verbale Lorenzo Marinelli, difeso dall’avvocato Alessandro De Federicis, nel corso dell’interrogatorio svolto ieri in Questura nell’ambito dell’inchiesta sul ferimento di Manuel Bortuzzo. Per questa vicenda è stato fermato anche Daniel Bazzano.
Chi sono gli assalitori di Manuel
Certo che a vedere i profili social di questi due poveracci, che armati di pistola hanno sparato al buio contro Manuel Bortuzzo, tutto appare grottesco. Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, 24 e 25 anni, appaiono sui social come 2 ragazzini, dediti alla famiglia. Faccia pulita, passione per i tatuaggi e tanta voglia di apparire per quello che probabilmente non si è.
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Giocavano a fare i boss
Amici per la pelle ed in diverse foto su Facebook insieme hanno anche le mogli amiche. Qualche foto in piscina, la barba per sembrare più grandi, sguardo serio. La vita di giorno, probabilmente non bastava ai due, si atteggiavano a quello che non saranno mai, a boss della malavita. Atteggiarsi ed essere sono due cose diverse però. Non basta vivere in un quartiere come Ancilia per essere un affiliato ad un’organizzazione malavitosa, e se lo sei, certo non lo vai a sventolare ai 4 venti. Tutto questo, invece, facevano Marinelli e Bazzano con tanto di foto con il tatuaggio di una pistola e una che li ritrae dietro un’inferriata, fingendo di essere in galera. A volte i sogni si avverano ed in galera questi ci sono finiti davvero, spegnendo il sogno di un ragazzo che voleva andare alle Olimpiadi.
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La malavita organizzata è un’altra cosa
Insomma, più che boss, dementi. Roba da fare rivoltare nella tomba i vari capi dell’ala stragista di Cosa Nostra e da fare restare allibiti, con i loro atteggiamenti, chi boss lo è davvero. Cominciando da come hanno agito. Usano una pistola già segnalata in rapine, l’abbandonano in un prato invece che occultarla. Improvvisando tutto, urlano per fare girare la vittima, così come facevano i killer della mafia. Questi però conoscevano le abitudini della vittima e sopratutto sapevano a chi stavano sparando. In tutto quest’evento delittuoso, i due finti boss della mala, contravvengono pure ad una regola basilare delle organizzazioni malavitose: “per sparare ci vuole un ottimo motivo e tutto veniva deciso dalla Cupola” disse al maxi processo il pentito Gaetano Badalamenti. Altro che boss, solo dementi, altro che gente esperta, come si era pensato che fossero. Solo dementi, che hanno rovinato la vita di Manuel.
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