21 Gennaio 2019

#10YearChallenge, sapete cosa c’è realmente sotto?

#10YearChallenge è diventato un hashtag virale sui maggiori social: Facebook, Instagram, Twitter. Tutti gli utenti sono a caccia di foto personali di 10 anni fa per costruire un collage e vedere i cambiamenti 10 anni dopo. Ma non tutti sanno cosa si cela dietro questa nuova challenge…

#10YearChallenge, il nuovo fenomeno social

Più o meno tutti non abbiamo resistito alla tentazione di confrontare una nostra foto recente con un’altra di 10 anni prima per suscitare una risata o alla ricerca di un senso di approvazione per come si è diventati rispetto al passato. Dietro questa nuova “sfida” social, però, si cela un dettaglio piuttosto agghiacciante.

Cosa c’è sotto l’hashtag?

Non è solamente strappare un sorriso ricordando come si era e come si è. Andando ad analizzare il fenomeno da un punto di vista tecnologico, grazie a questo hashtag ora in circolazione c’è un numero di dati molto ampio di foto di persone, il tutto accuratamente catalogate! Questa challenge, infatti, funziona come una sorta di catalogatore naturale che mette in ordine tutti i dati che sono stati postati negli anni dai vari utenti. Per molti, pertanto, #10YearChallenge è solo un sistema per addestrare l’intelligenza artificiale a riconoscere le persone, anche partendo da un foto remota.

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10yearchallenge

Fonte Foto: corriere.it

Facebook smentisce

Facebook nega tutto ciò e un portavoce ha messo chiarezza: “Questo è un meme generato dall’utente che è diventato virale da solo. Facebook non ha iniziato questa tendenza e il meme utilizza foto già esistenti su Facebook. Questo vuol dire che Facebook non guadagna nulla da questo meme (oltre a ricordare le tendenze della moda discutibili del 2009). Per ricordare, gli utenti di Facebook possono scegliere, in qualsiasi momento, di attivare o disattivare il riconoscimento facciale“.

Ma è davvero una minaccia?

Si è pensato subito che questa challenge sia una minaccia alla sicurezza di ciascuno. Come detto, si mettono a disposizione, infatti, milioni di immagini, anche datate nel tempo, per potenziare gli algoritmi che si occupano del riconoscimento facciale di ogni utente.

C’è da dire, però, che il riconoscimento facciale, secondo quanto spiega Wired, potrebbe essere utile a trovare bambini scomparsi. Per esempio, l’anno scorso la polizia di New Delhi ha riferito di aver rintracciato circa 3000 bimbi scomparsi in quattro giorni usando questa tecnologia. La verità è che, come per ogni cosa, bisogna saperne fare un uso corretto! Ormai questi social sanno tutto di noi, ma solo se siamo noi a permetterglielo.

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redazione

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