13 Gennaio 2019
Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik presenta: “Amazzonia. io mi fermo qui”
Scrivere a volte non è solo una passione, ma anche l’esigenza e la voglia di raccontare agli altri cosa abbiamo visto con i nostri occhi. Questo è quanto emerge dopo una piacevole chiacchierata con Pietro Montalbetti chitarrista dei Dik Dik e autore del libro “Amazzonia. Io mi fermo qui“, presentato in occasione di un’intervista rilasciata a noi di Free Press Online.
Pietruccio Montalbetti presenta il suo nuovo libro
Tutto è arte, tutto e musica e tutto è scoperta. Così definirei Pietruccio Montalbetti, uomo dalle mille passioni, interessi ma amante dei viaggi in solitaria, quelli che qualcuno definirebbe pericolosi e avvenutosi, tipici di ogni esploratore! Ma d’altronde, Pietruccio Montalbetti è anche questo, un esploratore e lo si evince subito quando parla del suo libro “Amazzonia. Io mi fermo qui”. La prima cosa che l’artista dice in merito alla sua opera è questa: “L’Amazzonia non è quello che vedete in Tv nei documentari, è molto di più. L’Amazzonia è il polmone della terra“. Pochi attimi e hai la sensazione di vedere attorno a te altissimi alberi, riuscendo a percepire anche il rumore del vento tra le foglie. “Anche gli animali sono diversi da come li immaginiamo. Sono immersi nel loro mondo, sono molto schivi“, spiega Montalbetti.
Pietruccio Montalbetti a noi di Free Press Online ha raccontato: “Il mio sogno è sempre stato quello di fare l’esploratore, poi è arrivato il gruppo musicale i Dik Dik. La musica è arrivata quasi per emulazione perché io volevo stare sul palco. Ma i miei interessi sono sempre stati molteplici, come fisica, astronomia ecc... Anche se i Dik Dik ad oggi restano comunque una delle mie priorità“.
Montalbetti presenta “Amazzonia. Io mi fermo qui”
Pietruccio Montalbetti è una persona capace di dar sfogo alla sua arte in molteplici ambiti, dalla musica alla letteratura, come se questi fossero una cosa sola. In questi anni, Montalbetti da scrittore ha pubblicato: Settanta a Settemila. Una sfida senza limiti d’età; I ragazzi della via Stendhal. Ritratto di una generazione; Sognando la California scalando il Kilimangiaro. Ediz. illustrata e Io e Lucio Battisti. Oggi, invece, ci presenta “Amazzonia. Io mi fermo qui” sul quale racconta:
“Ogni anno però prendo un sacco, lo metto su in spalla e vado in giro per il mondo. Non a caso ‘Amazzonia. Io mi fermo qui’ è un viaggio che io ho fatto tra i popoli invisibili, anche perché l’Amazzonia non è quella che siamo abituati a vedere nei documentari. L’Amazzonia o la ami, o la odi. Ancora oggi è un territorio non esplorato del tutto, molto misterioso. Io esplorando l’Amazzonia Colombiana/Ecuadoriana, ho avuto modo di incontrare la popolazione Waorani. Sono riuscito a trovarli solo dopo tre settimane di viaggio, accompagnato da quattro Indios, sono riuscito a trovarli in Ecuador e posso dire che è stata un’esperienza bellissima! Per me è stato rivivere un ritorno alle origini, loro vivono in armonia e tra loro, in piccoli gruppi, ma in funzione e nel rispetto della natura, inoltre, non hanno alcun contatto con il mondo esterno“.
Quando gli chiedo qual’ è il ricordo che porta con se dell’Amazzonia, Petruccio Montalbetti racconta: “Come ho già spiegato l’Amazzonia non è quella che abbiamo conosciuto attraverso i documentari e gli animali sono molto schivi. Ricordo di aver sorpreso un leopardo intento a abbeverarsi, ma appena mi ha visto è scappato“.
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