02 Gennaio 2019
Influenza, cresce il numero dei casi. Abruzzo, Sicilia, Trento e Umbria le più copite
Cresce il numero dei casi d’influenza in Italia. Le zone maggiormente colpite sono: Abruzzo, Sicilia, Umbria e la Provincia Autonoma di Trento.
I dati sui casi d’influenza
Il numero di casi stimati nell’ultima settimana considerata, quella dal 17 al 23 dicembre 2018, è pari infatti a circa 225.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 1.500.000 casi. I numeri sono stati elaborati dal Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità e successivamente pubblicati sul bollettino Influnet. Il livello di incidenza in Italia è pari a 3,7 casi per mille assistiti. Colpiti maggiormente i bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a 11,1 casi per mille assistiti. La fascia pediatrica ha un numero di casi al di sotto della soglia stabilita di 12,89 casi per mille assistiti. Le zone del Paese maggiormente colpite risultano essere le regioni Sicilia, Abruzzo e Umbria, con esse anche la P.A di Trento.
A rischio maggiore gli anziani
Il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss Gianni Rezza ha spiegato che: “Al momento, anche se siamo entrati nella fase epidemica. L’andamento dei casi è più a rilento rispetto alla scorsa stagione, pur rilevandosi un loro aumento. I virus influenzali che stanno circolando maggiormente sono l’AH3N2, che colpisce maggiormente gli anziani, e l’AH1N1, virus che è è stato responsabile della pandemia influenzale del 2009. Ma il fatto che l’aumento dei casi proceda più a rilento – chiarisce – può dipendere da vari fattori, come la suscettibilità della popolazione o la mutazione dei virus”.
Il picco previsto per la fine di gennaio
Sulle vaccinazioni Rezza ha spiegato che: “le scorte vaccinali si sono esaurite prima ed è probabile un maggior ricorso alla vaccinazione specie da parte degli anziani, e questo ha diminuito notevolmente il rischio di casi gravi. Dal momento che la maggioranza dei casi si registra però tra i bambini, che solitamente non vengono vaccinati, l’andamento lento nella circolazione dei virus non credo possa attribuirsi all’effetto della vaccinazione”. Sul picco dell’influenza il direttore ha specificato che “quest’anno arriverà probabilmente tra fine gennaio e inizi febbraio. Cruciali saranno però le prossime settimane con la riapertura delle scuole”.
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