14 Dicembre 2018

La tragedia di Corinaldo, le responsabilità e i reati penali. Ecco cosa prevede la legge

La tragedia di Corinaldo rivista alla luce delle responsabilità penali e civili. Ecco cosa prevede la Legge italiana e quali sono i punti da chiarire nelle indagini della Procura. La Redazione di Free Press Online ha chiesto lumi all’avvocato Vincenzo Emanuele Mazzotta, che ha analizzato il caso.

Era da poco passata la mezzanotte quando all’interno della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo una serata di divertimento e ballo, mentre si era in attesa che cominciasse il concerto del Trapper Sfera Ebbasta,  si è trasformata in una tragedia che ha visto la morte di 5 ragazzi minorenni e di una mamma che aveva accompagnato la propria figlia alla serata.

La ricostruzione dei fatti

Una serie di concause, una fatalità, un incidente, ancora non è chiaro cosa sia in realtà avvenuto all’interno della discoteca, unica certezza è la morte assurda di cinque minori e della giovane mamma.  La tragedia è avvenuta vicino una delle tre uscite di sicurezza del locale, su un ponticello che collega la discoteca al parcheggio. Alcuni ragazzi sono usciti di corsa e gli altri hanno iniziato a spingersi e si sono accalcati su quel ponticello, dove a causa della calca una balaustra ha ceduto e molti ragazzi sono finiti nel fossato sotto il ponticello, finendo schiacciati dagli altri. Asia Nasoni, 14 anni, Daniele Pongetti, 16 anni, Benedetta Vitali, 15 anni, Mattia Orlandi, 15 anni, Emma Fabini, 14 anni, ed Eleonora Girolimini, 39 anni, questi sono i nomi dei cinque giovanissimi la cui vita è stata strappata violentemente troppo,troppo presto ed  è il nome della giovane mamma che aveva accompagnato alla serata una delle sue quattro creature e che hanno perso per sempre la loro mamma.

Una tragedia senza fine, dove non è possibile trovare una spiegazione divina ma che dovrà per forza di cose trovare, invece, nella giustizia e nella punizione severissima della magistratura a carico dei responsabili la risposta agli infiniti perché di quei genitori, fratelli, sorelle e figli che hanno perso troppo presto quei ragazzi e quella mamma.

Le indagini della magistratura sono immediatamente iniziate e proseguono in maniera serrata, dirette in primis alla ricostruzione di quello che è realmente avvenuto in quegli attimi.

Le indagini e i punti oscuri

Tanti i punti oscuri, la lente d’ingrandimento degli inquirenti è puntata su più fronti. Il presunto e vociferato uso di uno spray al peperoncino che qualcuno avrebbe spruzzato all’interno della discoteca. Sul posto “è stata di fatto rinvenuta, dagli investigatori, una bomboletta spray al peperoncino di 15 ml e lunga 10 cm, che secondo quanto riferito dal procuratore capo della Repubblica di Ancona Monica Garulli, sarebbe la causa scatenante dell’ondata di panico che ha spinto centinaia di ragazzi a tentare di uscire dalla discoteca. Anche se secondo i carabinieri un’unica bomboletta spray non era sufficiente a causare l’intossicazione di tanti ragazzi. Per questo si parla di una banda organizzata che avrebbe, utilizzando le sostanze urticanti, agito allo scopo di derubare le persone all’interno della discoteca e che, probabilmente senza volerlo o più gravemente dolosamente, ha fatto scattare il panico delle centinaia di ragazzi portandoli alla fuga dal locale. Su tale ipotesi sono interessanti le testimonianze acquisite dagli inquirenti, come quella raccontata  dal dj del locale al quale un giovane, poco prima della ressa, aveva detto: «Mi hanno rubato una catenina, stanno usando lo spray al peperoncino».

Le accuse della Procura

Ma secondo quanto prospettato dal Procuratore, titolare dell’indagine, la tragedia è stata causata da una serie di possibili concause. E’ per questo che le indagini puntano l’attenzione sul certo sovraffollamento della discoteca ed il dito è puntato contro la vendita dei biglietti, circa 1400 contro una capienza massima consentita dell’unica sala, su tre,  destinata al concerto di soli 469 persone su un totale di tutta la discoteca di soli 870 unità.  E si guarda pure in direzione del rispetto delle misure di sicurezza ed in particolare sulleuscite di sicurezza del locale, che tuttavia sembrerebbero, come accertato dai Carabinieri apparentemente a norma, tenendo anche conto che il locale era comunque autorizzato. Rispetto delle norme di sicurezza che è regolare se si tiene conto della capienza massima consentita dei locali e che tale non lo è certo in presenza di un sovraffollamento abnorme come avvenuto quella notte maledetta.

Le responsabilità: i reati penali ipotizzati.

La posizione dei proprietari e gestori della discoteca

Le indagini degli inquirenti dopo che avranno ricostruito i fatti e chiarito la causa o meglio le cause di quanto avvenuto dovranno individuare il o i responsabili di quanto avvenuto.

Sicuramente tra coloro che hanno delle gravissime responsabilità per quanto avvenuto ci sono i gestori ed i proprietari della discoteca Lanterna Azzurra ed infatti per loro l’accusa mossa dagli inquirenti è quella del reato di Concorso in omicidio colposo aggravato, art. 589 c.p.

Giuridicamente, ciò che caratterizza la fattispecie di reato ex art. 589 c.p. è la colpa:  Si parla di delitto colposo,  o non intenzionale, ogni volta che l’evento delittuoso non è voluto dal reo ma si è verificato a causa della sua negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per l’inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline. Ed è proprio l’assenza dell’intenzionalità che distingue l’omicidio colposo dal più grave omicidio doloso o volontario.

La pena prevista per il reato di omicidio colposo è quella della reclusione da sei mesi a cinque anni. Tuttavia se dal fatto delittuoso derivi la morte e lesioni di più persone la pena prevista risulta aggravata e viene applicata quella del reato più grave, che nel caso della tragedia di Corinaldo, è quella prevista per l’omicidio colposo. Pena che viene aumentata fino al triplo ma senza superare mai gli anni quindici di reclusione. Inoltre, poiché il reato è stato commesso da più di una persona si viene a configurare il cosiddetto concorso di persona nel reato, art. 110 c.p. che si verifica per l’appunto “quando più persone concorrono nel medesimo reato, ciascuna di esse soggiace alla pena per questo stabilita” e se nella commissione del reato il numero di persone che vi hanno concorso è pari o superiore a cinque la pena viene aumentata.

La posizione del Minorenne

Mentre per quanto riguarda il minore, P.B., diciassettenne di origini sudamericane, indicato da alcune testimonianze, fornite in modo assolutamente generico e con indicazioni non circostanziate, come il responsabile dell’uso dello spray al peperoncino all’interno della discoteca Lanterna Azzurra, risulterebbe al momento indagato per omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e colpose. Il ragazzo è stato rintracciato dai Carabinieri in una stanza di un residence, “Avana”, di Senigallia, ospite di due fidanzati maggiorenni ed all’interno della cui stanza i militari hanno trovato due etti di cocaina oltre a denaro contante e per questo sono stati arrestati, insieme al ragazzo, per detenzione di sostanze stupefacenti. Gli inquirenti parlano di accusa di omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e colpose a carico del ragazzo come di un atto dovuto, sulla base delle testimonianze assunte, che come detto risultano tutt’altro che certe e circostanziate e tutte da valutare. Di fatto il ragazzo incappucciato che si vede in un video che gira sui social, con una mascherina a proteggere la bocca ed un paio di occhiali scuri, potrebbe non essere il ragazzo P.B. ma potrebbe essere chiunque che, in mezzo a quella calca, al buio, a quelle luci stato, avrebbe usato lo spray al peperoncino da cui è scaturito il panico generale che ha portato infine alla ressa fatale. Tra le ipotesi che circolano, come detto, vi è quella che il ragazzo incappucciato, che avrebbe usato lo spray al peperoncino, abbia agito con dei complici, ovvero che ci fosse al “lavoro” quella notte dentro al «Lanterna Azzurra» una Baby Gang, che opera nella zona da diverso tempo e che compia delle rapine ai danni di altri minorenni minacciandoli o utilizzando proprio lo spray al peperoncino, che avrebbe usato la sostanza urticante per derubare chi ballava. Circostanza che collimerebbe con gli episodi denunciati da vari testimoni, già sentiti dai Carabinieri, che confermerebbe che pochi minuti prima che scoppiasse il panico generale tra i presenti, un ragazzo incappucciato immortalato anche in alcune foto scattate con gli smarthphone, avrebbe utilizzato una bomboletta al peperoncino per intimorire dei coetanei per rapinarli.

Come detto i reati individuati a carico, al momento, del diciassettenne sudamericano, sono quelli di omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e colpose.

L’omicidio preterintenzionale, ex art. 584 c.psi consuma quando chiunque con atti diretti unicamente a percuotere o a provocare lesionipersonali nei confronti di un altro soggetto (ex artt. 581 e 582 c.p.), ne cagioni, senza volerlo, la morte. Si tratta, pertanto, di un reato evento, che si perfeziona, perciò, con l’avverarsi dell’evento letale non voluto, la cui condotta è caratterizzata dagli “atti diretti”, intenzionalmente, a percuotere o a ledere, mentre la morte rappresenta un “quid pluris”, involontario,rispetto al fine effettivamente perseguito dal reo. Egli risponde quindi per fatto proprio al verificarsi dell’evento letale anche se lo stesso non sia stato effettivamente voluto o perseguito. Secondo l’art. 585 c.p., la pena prevista per il reato di omicidio preterintenzionale è la reclusione da dieci a diciotto anni, ed è aumentata da un terzo alla metà, quando concorre una delle circostanze aggravanti previste dall’art. 576 c.p., e fino a un terzo, se concorre alcuna delle circostanze previste dall’art. 577 c.p., “ovvero se il fatto viene commesso con delle armi o con sostanze corrosive, ovvero da persona travisata o da più persone riunite”.

Vedremo nei prossimi giorni come si evolverà il quadro accusatorio nei confronti del diciassettenne che per il momento, dopo essere stato ascoltato dagli inquirenti in un primo lungo interrogatorio durato più di tre ore, non risulta ancora in stato di fermo.

Altre responsabilità da accertare

Un interrogativo che molti si pongono è lo stanno ponendo anche gli inquirenti e come mai il trapper Sfera Ebbasta quella stessa sera avrebbe dovuto tenere in contemporanea un concerto alla discoteca Lanterna Azzurra e uno a 90 km circa di distanza in un’altra discoteca di Rimini, l’Altromondo Studios. Pare certo che il trapper al momento del verificarsi della strage si stesse effettivamente dirigendo a Corinaldo quando è stato informato della tragedia. Risulta inoltre certo che alle ore 22 del 7 dicembre, orario stampato sui biglietti venduti dalla Lanterna Azzurra, il trapper fosse ancora sul palco della discoteca di Rimini, Altromondo Studios di Rimini. La circostanza del doppio concerto in simultanea in due luoghi distanti tra di loro circa 90 km apre la strada ad ulteriori responsabilità che potrebbero essere contestate allo stesso Trapper, al suo manager ed al suo staff, oltre che sugli organizzatori dei due eventi in simultanea. Chi ha organizzato i due eventi sapeva della contemporaneità di orari degli stessi, ed era in dovere, quanto meno, di attenzionare il fatto che se il Trapper suonava nella discoteca di Rimini a 90 km di distanza in contemporanea c’erano centinaia di ragazzini che lo attendevano trepidamente, dalle ore 22:00, nella discoteca Lanterna Azzurra, in un ambiente oramai divenuto incontrollabile e saturo per via dei molti ragazzini ubriachi o sotto l’effetto di chissà cosa, come riferito da molti testimoni. Superficialità nella programmazione e nell’organizzazione dei due eventi in simultanea per il concerto di un personaggio, il Trapper Sfera Ebbasta già soggetto a numerose critiche per i suoi ideali tutt’altro che condivisibili. Ideali spesso incastonati nei suoi brani musicali dove si parla di vita difficile tra le strade dei quartieri di periferia e dove vengono esaltate le gesta delinquenziali di gruppi criminali di quartiere e si celebra e promuove il consumo di droghe pesanti e della marijuana.

Responsabilità anche per il Trapper, Sfera Ebbasta ed il suo Staff ?. Di sicuro quella sera niente è andato per il verso giusto.

Inoltre, sulla base delle testimonianze acquisite dagli inquirenti e molto probabilmente sulla base dei risultati medico legali e tossicologici, che verranno fuori dopo le autopsie sui corpi delle giovani vittime, laddove venisse accertata la presenza di alcol e droghe nel loro sangue si configurerebbe nei confronti dei gestori del locale  anche il reato di vendita di alcolici a minorenni, ex art. 689 c.p.

I genitori ed i ragazzini dentro le discoteche

Altra nota dolente che purtroppo dovrà essere attenzionata e che porterà ad altre contestazioni di responsabilità a carico dei gestori e dei proprietari della discoteca  è quella della presenza all’interno dei locali di centinaia di ragazzini minori sotto i sedici anni d’età non accompagnati dal genitore. La legge italiana prevede, in merito, che per l’ingresso in discoteca l’età minima richiesta è quella dei sedici anni se non accompagnati dal genitore. Certo è che due quindicenni risultano tra le vittime. Erano accompagnati dai genitori? e se no, chi e come sono entrati?. Domande a cui dovranno rispondere gli indagati.

Ma quest’ultima circostanza deve suonare come un grave campanello di allarme sociale, un rimprovero severo nei confronti di quei genitori che hanno permesso ai propri figli minori di anni sedici di entrare da soli in discoteca, magari dopo avergli comprato il biglietto d’ingresso per il concerto del Trapper Sfera Ebbasta ed averli accompagnati in macchina per poi andare via. Dove erano i genitori di quei due ragazzini di soli quindici anni che purtroppo quella sera hanno perso la vita o di quei ragazzini minori di anni sedici che sono rimasti feriti in maniera più o meno grave?

E’ bene che chi è genitore deve fare la propria parte in maniera marcata e severa quanto basta, perché se i minori di oggi hanno bruciato le tappe della vita facendo quello che una volta facevano i propri genitori  raggiunta la maggiore età la colpa è forse proprio dei genitori stessi. Sono i genitori, i nonni, la famiglia che danno i soldi ai propri figli minori, li prendono e li portano in giro tra feste, discoteche e quant’altro e devono essere sempre loro che devono vigilare su come i propri figli o nipoti minori spendono i soldi ed i luoghi che frequentano. Purtroppo, per alcuni, gli sbagli si palesano quando ormai è troppo tardi. I fatti di cronaca della discoteca di Corinaldo hanno dimostrato proprio questo. Questa tragedia deve però servire da lezione e monito per istituzioni, addetti ai lavori e famiglie, affinché unendo i propri sforzi, con l’educazione e con le leggi vecchie e nuove, tragedie come quella di Corinaldo non abbino più a ripetersi.

Tel. 349 0665491

e.mail: vincenzoemanulemazzotta@gmail

Avv. Vincenzo Emanuele Mazzotta

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