11 Dicembre 2018

Strage Lanterna Azzurra, l’intervista esclusiva al padre di un sopravvissuto

Ho visto una scena che non augurerei a nessun genitore“, sono queste le parole di Vincenzo Fiore, padre di un sopravvissuto alla strage della Lanterna Azzurra. Un racconto da brivido, pieno di rabbia fatto da chi vuole capire cos’è successo quella sera nella discoteca.

Il figlio minore di Vincenzo Fiore quella fatidica sera si trovava nel locale, nel piano superiore, in attesa che l’evento avesse inizio. La stessa serata a cui aveva lavorato come pr, coinvolgendo diversi ragazzi della sua età.

Ecco di seguito l’intervista esclusiva integrale che Vincenzo Fiore ha rilasciato a Free Press Online.

Perché nasce il comitato e gruppo Facebook “Giustizia per le vittime della Lanterna Azzurra”?

“Abbiamo istituito un gruppo che si chiama Giustizia per le vittime della Lanterna.Azzurra per essere di supporto a tutti i ragazzi che quella sera si trovavano nel locale. Questo non è solo un semplice gruppo su Facebook, ma un vero e proprio comitato che ha l’obiettivo di raccogliere quante più testimonianze possibili. Siamo seguiti da un avvocato e il prima possibile presenteremo un esposto”.

Come mai suo figlio quella sera si trovava li?

“Mio figlio quella drammatica sera si trovava alla Lanterna Azzurra, in quanto pr della serata. In particolar modo lui si occupava della prenotazione di tavoli del locali che quella sera, data la tipologia dell’evento, erano stati spostati al piano di sopra. Quando si è verificata la tragedia, fortunatamente, mio figlio si trovava nella sala destinata ai tavoli”.

“Lui nell’immediato ha capito che c’era qualcosa che non andava, motivo per cui mi ha chiamato subito dicendomi: «Papà vienimi a prendere, qui c’è qualcosa di tossico». Quando sono arrivato sul posto ho visto dei ragazzi allo sbando. Sono scene che non auguro di vedere a nessun genitore. In quel momento nessuno si è occupato in modo accurato della sicurezza dei ragazzi”.

Ieri in conferenza stampa è stato spiegato che sono solo circa 400 i biglietti con matrice, mentre circa 900 i biglietti senza matrice e altre presenze sono ancora da accertare.

“Si è fatta una dosa massiccia della divulgazione delle prevendite. Nell’arco della serata sono arrivati un numero massiccio di persone che all’ingresso hanno pagato il biglietto, ma non hanno avuto il ticket. In cambio è stata data una drink card, ovvero una consumazione. Quindi, queste persone, una volta dentro la discoteca diventavano praticamente invisibili e così non contabilizzabili”.

Lei precedentemente ha fatto un accenno all’assenza di sicurezza. Quella sera dopo la strage nessuno si è occupato dell’incolumità dei ragazzi sul luogo?

“No, assolutamente, subito dopo l’accaduto non ho visto una sola persona preposta che si occupasse dei ragazzi portandoli in un posto sicuro. Qualche buttafuori ha detto di averlo fatto, ma bisogna vedere che tipo di competenze avessero queste persone, se sono formati per dare supporto ecc…”.

Suo figlio ha avuto modo di spiegargli come mai quella sera “i tavoli” erano stati sistemati in una sala diversa?

“Un personaggio del calibro di Sfera Ebbasta doveva essere ospitato in una sala apposita. Allestire i tavoli nella sala predestinata non avrebbe garantito al locale il giusto spazio. La Lanterna Azzurra ha una capienza di circa 800 persone, ma in tutta la struttura e non in una sola sala. C’è da dire che se un locale organizza un evento del genere, come il concerto di Sfera Ebbasta, la sala può contenere circa 450 persone, ma gli ospiti del locale possono essere ospitati su due piani… È normale che questi voglio stare tutti nella stanza dove si tiene l’evento. Ci sono responsabilità gravi da accertare, motivo per cui stiamo sensibilizzando i ragazzi e le famiglie a parlare. Stiamo cercando di avere delle risposte”.

Suo figlio è rimasto ferito?

“No, ma quella sera mio figlio ha avuto comunque un compito importante perché è riuscito a mettere in salvo più di 150 persone aprendo una porta di sicurezza. Le porte di sicurezza comunque erano tre e testimonianze attendibili, di mamme che si trovavano li con i loro figli hanno raccontato che i buttafuori non hanno permesso di aprire queste porte che portavano su uno spiazzale adiacente, preferendo dirottare la folla nello spiazzale circoscritto di piccole dimensioni e dove vi era un cancello chiuso”.

“Le persone che erano li mi hanno spiegato che un numero così copioso di persone non si poteva trovare in quella parte del locale, motivo per cui ha ceduto la parte sottostante. Come fai a dirottare tutta la folla in quella direzione, in uno spiazzale con recinto e cancello chiuso?”.

 È vera la notizia diffusa relativa al fatto che Sfera Ebbasta doveva essere solo un’esca che serviva a portare i ragazzi in discoteca quella sera? Secondo quanto reso noto, sembrerebbe che l’artista si sarebbe esibito in Dj set intorno alle 2:00

“Dalla pagina organizzativa dell’evento si evince che non si tratta di un Dj set, ma di un concerto. La società organizzativa di Sfera Ebbasta ha venduto al locale un concerto. Lo spettacolo era comunque annunciato per le 22:00, lui sarebbe arrivato li dopo una serata a Rimini. Per correttezza dell’informazione, va sempre comunicato l’orario esatto dell’evento… Possono essere tollerati i 5 o 10 minuti di ritardo, ma non altro”.

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redazione

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