08 Dicembre 2018

Diario di una nutrizionista in vacanza negli Stati Uniti

Si è da poco conclusa la mia lunga (ma forse non abbastanza!) vacanza negli Stati Uniti. Questo articolo nasce dalla voglia di raccontare la mia esperienza e di rispondere ad una delle domande che più frequentemente mi è stata rivolta durante e dopo questo viaggio: ma cosa mangia una nutrizionista in America?

Asec Trade S.r.l.

Eh già, perché tutti sappiamo che se l’Italia è conosciuta per essere il paese della pasta e della pizza, l’America è il paese del fast-food. Quello che forse può sembrare un luogo comune, non è poi così lontano dalla realtà. Ed è sempre più vicino alla nostra realtà.
Ho avuto la fortuna di essere ospitata dalla mia famiglia che vive in New Jersey, quindi non si può dire che la mia sia stata una vacanza da turista. Infatti, in questi 15 giorni ho avuto modo di approcciarmi in maniera diretta alla realtà americana, perché vivendo in casa ho avuto la possibilità di osservare, e in parte provare quelle che sono le loro abitudini e il loro stile di vita. La prima cosa che ho notato è come le persone che mi hanno ospitata siano molto attente all’alimentazione, le loro abitudini alimentari sono molto diverse dalle mie, pertanto ho dovuto adattarmi.

Abitudini alimentari e stile di vita

Dall’esperienza a tavola e al supermercato ho ricavato alcune considerazioni.

1. Ricorrere al fast-food, al take-away, o al cibo a domicilio, è spesso necessario perché, purtroppo, in America si è persa l’abitudine di cucinare. Non importa se in famiglia ci sono bambini, se si vive da soli, o in due: il tempo dedicato alla cucina e veramente poco e molto spesso forno e fornelli si usano solo per riscaldare cibi già pronti, prodotti surgelati o in scatola, o verdure in busta.

2. Nel tentativo di mantenere le mie abitudini, ho deciso di fare la spesa e provare a cucinare qualcosa. Se pensate di trovare un fruttivendolo o un mercatino, scordatevelo. Ma i supermercati sono ben forniti di ogni cosa… forse un po’ troppo forniti. Possiamo infatti tranquillamente trovare le fragole e accanto all’uva. I broccoli insieme alle melanzane. La regola è tutto sempre, non esistono stagioni per frutta e verdura. E questo purtroppo a scapito del gusto e del valore nutritivo di ogni cosa.

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supermercati americani

Foto di Godelicious

3. La cosa che ho trovato più difficile è stata quella di mantenere i miei ritmi. Perché al di là del fuso orario, che non mi ha certo aiutata, non esistono orari per colazione, pranzo e cena. Se la colazione si fa più tardi diventa un “brunch” (dalle 10 a mezzogiorno circa) e poi si va dritti alla cena che in genere si fa verso le sei. Se invece la colazione si fa regolarmente di mattina, allora il pranzo si sposta alle 3 del pomeriggio e a quel punto non si cena. Il caffè macchiato con il latte è d’obbligo ad ogni pasto (non potete immaginare che meraviglia il caffè-latte su uova, con cipolla e bacon!)

4. Ahimè, tutto ciò che è escluso o molto ridotto nella mia dieta (ovvero burro, uova, carne, insaccati e formaggi) era all’ordine del giorno, ad ogni pasto. Ho davvero sofferto la mancanza del nostro buon pane e della pasta, del riso, ma anche delle verdure, dei legumi e persino dell’olio di oliva.

5. Ultima e forse più triste considerazione è che purtroppo, anche nelle migliori famiglie si compra (o si ordina a tavola) molto più di quello che poi si consuma, con il risultato che troppo, davvero troppo cibo viene sprecato.

Alcune riflessioni

Alla fine di questa, che rimane pur sempre una meravigliosa esperienza, ho potuto riflettere su quanto la nostra dieta mediterranea e la nostra cucina, che gli americani tanto ci invidiano, rappresenti ancora un valore, non soltanto dal punto di vista nutrizionale ma soprattutto culturale.

1. Sono convinta che cucinare per sé stessi, anche se si vive da soli, e, a maggior ragione per le persone che amiamo, è un gesto d’amore, e condividere il pasto con gli altri, seduti a tavola, non è solo convivialità, ma anche possibilità di creare unione e armonia.

2. Rispettare la stagionalità di frutta e verdura, è un gesto d’amore non solo verso noi stessi, per la nostra salute, ma soprattutto verso la nostra terra che naturalmente ci dona ciò di cui abbiamo bisogno nel momento stesso in cui ci serve.

3. Rispettare i ritmi biologici del nostro corpo è fondamentale, affinché la nostra macchina perfetta funzioni correttamente. Potreste lavorare bene senza conoscere i vostri orari di lavoro? O se questi cambiassero in modo imprevedibile ogni giorno? Anche il nostro corpo ha bisogno dei suoi tempi, e che questi siano rispettati.

4. È ormai confermato da numerose ricerche che una dieta ricca di cereali integrali, legumi, semi oleaginosi, verdura e frutta, pesce e carne bianca occasionalmente, come appunto la nostra Dieta Mediterranea tradizionale, è efficace nella prevenzione dell’obesità e di numerose patologie, tra cui il cancro. Il codice europeo contro il cancro raccomanda di ridurre o eliminare i cibi molto calorici, ricchi di zuccheri e grassi, le bevande zuccherate, le carni rosse e quelle conservate e i cibi ricchi di sale.

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dieta mediterranea

5. Penso che dovremmo riconsiderare la sacralità del cibo, quella che i nostri nonni ci hanno insegnato, con semplicità, baciando il pane che cadeva a terra o ringraziando per il cibo che avevano nel piatto. E per fare questo oggi non bisogna essere credenti o religiosi: basterebbe ricordarsi di ringraziare la natura, che con tanta pazienza (chissà quanta ancora) continua a donarcelo, oppure chi lo ha cucinato e messo in tavola per noi.

Questo articolo non vuole in alcun modo essere una critica né alla terra e né alle persone che mi hanno accolta per questi 15 giorni, ma vuole essere solo uno spunto di riflessione ed un invito a fare scelte più consapevoli e più responsabili, per cercare di difendere e conservare i valori che la nostra storia ci ha insegnato.

Dott.ssa Federica Portuese

Mail: federicaportuese@live.it

Cell. 3488717500

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