05 Dicembre 2018

Dottoressa aggredita con un cacciavite a Crotone, preso l’aggressore

La cronaca di oggi ci riporta la notizia di una dottoressa aggredita con un cacciavite. A Crotone, infatti, al termine del suo turno di lavoro, Maria Carmela Nuccia Calindro è stata attaccata e ferita da un uomo. Per fortuna un ambulante marocchino è riuscito a salvarla col suo tempestivo intervento.

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L’aggressione alla dottoressa di Crotone

Maria Carmela Nuccia Calindro, che lavora presso l’ospedale civile San Giovanni di Dio a Crotone, è stata aggredita con un cacciavite mentre finiva il turno di lavoro. L’aggressore, che ha operato col volto coperto da una sciarpa e copricapo, è un uomo di 50 anni, Luigi Amoruso. Una volta identificato l’aggressore, la Polizia lo ha arrestato e si trova adesso presso la Questura di Crotone. In attesa di giudizio, il 50enne probabilmente dovrà rispondere dell’accusa di aggressione e di tentato omicidio. Secondo le prime ricostruzioni, pare che l’uomo accusasse proprio la dottoressa aggredita con un cacciavite per la morte della madre, deceduta proprio presso l’ospedale.

Soccorsa dai medici del 188, Maria Carmela Nuccia Calindro è stata ricoverata presso lo stesso ospedale con codice rosso, ma non sembra essere in fin di vita. La donna ha riportato ferite al collo, alla testa e all’addome e le è stata data una prognosi di 30 giorni. Probabilmente, a salvarla del tutto è stato l’intervento di un venditore ambulante che l’ha protetta evitato sviluppi diversi della vicenda. Sul caso, il sostituto procuratore di Crotone Alfredo Manca ha aperto un’inchiesta e ha sentito la dottoressa.

“Ho fatto quello che avrebbero fatto tutti”

Per fortuna, sulla vicenda, è intervenuto Mustafa El Aoudi che è riuscito a evitare che l’uomo sferrasse un altro colpo che avrebbe potuto essere mortale per la dottoressa. L’uomo marocchino, che l’ha salvata, abita vicino Crotone con la moglie e tre figli, anche se non ha mai preso la nazionalità italiana. Ogni giorno, cerca di guadagnare qualcosa vendendo oggetti con la sua bancarella davanti ai cancelli dell’ospedale.

Mustafa ha raccontato che: “La dottoressa passa sempre di qua e mi saluta. La conosco. L’ho sentita gridare e mi sono avvicinato. Ho visto quell’uomo che menava con il cacciavite allo stomaco, la voleva ammazzare. Mi sono avvicinato e l’ho buttato giù, poi è scappato e sono andato appresso a lui fino al bidone della spazzatura, gli ho fatto uno sgambetto ed è caduto, allora l’ho tenuto finché è arrivata la Polizia“.

Secondo quanto riporta ilmessaggero.it il “salvatore” ha dichiarato: “Poteva morire, dovevo intervenire. Ho fatto quello che avrebbero fatto tutti“. Una frase modesta, molto nobile che evidenzia la voglia di non prendersi alcun merito, perché secondo lui in questi casi è giusto agire così, ma non è affatto un gesto scontato e non è passato inosservato.

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dottoressa aggredita

Fonte Foto: ilmessaggero.it

I ringraziamenti della dottoressa aggredita e del suo avvocato

La dottoressa ha voluto ringraziare personalmente tutti coloro che sono intervenuti sulla vicenda con un messaggio. Ha scritto: “Ringrazio la Magistratura, la Polizia e l’ambulante che è intervenuto in mio soccorso. La Polizia è stata tempestiva ed impeccabile“.

Anche il legale, Francesco Verri ha commentato la vicenda che ha colpito la sua assistita, sottolineando l’importanza rivestita dal marocchino che l’ha salvata. Ha detto: “Si è trattato di un gesto di una gravità inaudita che ha colpito una donna, una dottoressa e l’intera categoria dei medici. L’aggressione, brutale e a freddo, aveva l’intento di uccidere. Un cittadino extracomunitario ha salvato la dottoressa Calindro: senza il suo coraggioso intervento, adesso, staremmo raccontando un’altra storia“.

Stesso ospedale, seconda aggressione

Non pare essere un caso isolato quello della cronaca odierna che vede come protagonista la dottoressa aggredita con un cacciavite. Secondo quanto riporta Ansa.it: “Questa è la seconda grave aggressione compiuta a medici in servizio nell’ospedale civile di Crotone nell’arco di quattro mesi. Nella notte tra il 3 ed il 4 agosto scorsi, infatti, un medico anestesista venne picchiato selvaggiamente con calci, pugni dai congiunti di un ragazzo di Rosarno ricoverato nel reparto di rianimazione. Il medico avrebbe voluto soltanto che i familiari potessero dare l’ultimo saluto ad un ragazzo malato che stava morendo. Una cortesia ed un’attenzione che vennero però ‘ricambiate’ con un’aggressione ai danni del medico“.

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redazione

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