01 Dicembre 2018

Aids, poca informazione tra i giovani. Dati stabili sulle nuove infezioni

Ancora sull‘Aids si credono cose sbagliate e la diffusione del virus non accenna a diminuire, soprattuto vi è poca informazione tra i giovani.

Nel 2017 i nuovi casi in Italia sono stati 3.443

I meccanismi di trasmissione del virus restano sconosciuti ai più. Tra “credenze” popolari e convinzioni sbagliate fra i giovanissimi l’utilizzo dei preservativi risulta basso. Si credono cose sbagliate, come quella che il virus dell’Hiv si trasmette con un bacio. Oggi, 1 dicembre è la giornata prima mondiale per la lotta all’Aids. Il centro operativo dell’Istituto Superiore di Sanità fornisce i dati sulle nuove infezioni in Italia: 3.443 le nuove diagnosi nel 2017, un dato in linea con la media europea.

Fascia di età maggiormente esposta quella tra i 25-29

Dall’ISS commentano che “l’incidenza delle nuove diagnosi di Hiv mostra una leggera diminuzione tra il 2012 e il 2015, con un andamento pressoché stabile dopo il 2015. Nel 2017 l’incidenza maggiore di infezione da Hiv è nella fascia di età 25-29 anni. La modalità di trasmissione principale tra le nuove diagnosi è con i rapporti eterosessuali”. Dai dati forniti dal’Istituto Superiore di Sanità, le regioni maggiormente colpite sono: Lazio, Liguria e Toscana. Sebbene i dati sono in leggera diminuzione, a preoccupare l’osservatorio sono i giovani.

Secondo Unicef da qui al 2030 moriranno di Aids 360mila adolescenti

Nel mondo 3 milioni di bambini e adolescenti sono sieropositivi, e ogni giorno quasi 700 adolescenti tra i 10 e 19 anni diventano sieropositivi. Anche se entro il 2030 il numero di nuovi contagi da Hiv tra i bambini sotto i 10 anni sarà dimezzato, quello tra gli adolescenti calerà solo del 29%. Progressi troppo lenti per l’Unicef, secondo cui da qui al 2030, circa 360.000 adolescenti moriranno per malattie collegate all’Aids, in assenza di investimenti nei programmi di prevenzione, diagnosi e cura dell’Hiv. Una situazione su cui incide anche una percezione del rischio da Hiv ancora molto confusa, una scarsa propensione a ricorrere al test e un mancato uso del profilattico, che tra i giovanissimi può superare il 50%, come segnala la Lega italiana per la lotta con l’aids (Lila).

Tanta disinformazione soprattutto tra i giovani

Le richieste che arrivano alle loro helpline sono legate, al mancato uso o alla rottura del profilattico. Il comportamento che suscita più dubbi è il rapporto oro-genitale, anche quando non si è corso alcun rischio. Dubbi e ansie infondate riguardano anche la masturbazione, i contatti sessuali indiretti e addirittura il bacio. C’è un 11% che riferisce un’esperienza di natura non sessuale, come contatti reali o presunti con sangue, contatti con persone sieropositive o supposte tali, utilizzo di bagni pubblici. Per quanto riguarda la richiesta di informazioni e dubbi tra gli adulti, il Telefono Verde Aids dell’Iss segnala un calo importante di telefonate da parte delle donne, scese dal 35% nel 1987 al 13% nel 2017. A chiamare sono soprattutto persone tra i 20 e 39 anni (67,1%).

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redazione

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